Formazione

Uranio impoverito: un Fondo per i militari contaminati

Lo ha chiesto un senatore diessino, Lorenzo Forcieri, che da due anni sta chiedendo anche una commissione d'inchiesta su quanto avvenne in ex Jugoslavia

di Benedetta Verrini

Dopo la morte di Valery Melis, giovane militare impegnato in ex Jugoslavia poi ammalatosi di leucemia, un senatore diessino, Lorenzo Forcieri, ha chiesto formalmente un impegno del governo per istituire un Fondo riservato al personale militare affetto da patologie ”probabilmente correlate” alle armi all’uranio impoverito e per promuovere maggiore trasparenza, sia a livello nazionale che internazionale, sui pericoli derivanti dall’uso di questa sostanza. Forcieri, che è presidente della delegazione parlamentare italiana presso la Nato, ha presentato un ordine del giorno al decreto missioni, da oggi all’esame dell’aula del Senato. Il senatore Forcieri da’ cosi’ seguito alle sue ripetute richieste di indagine sulle vicende legate all’uranio. L’esponente diessino e’ infatti primo firmatario di un disegno di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta sugli effetti sanitari dell’uso delle armi ad uranio impoverito, in attesa da due anni che la commissione Difesa del Senato ne cominci l’esame. Il testo e’ stato recentemente fatto proprio dall’intero gruppo Ds e dovrebbe essere messo in calendario dalla commissione entro il mese di febbraio. L’ordine del giorno Forcieri chiede innanzitutto che il Senato impegni l’Esecutivo ad ”istituire tempestivamente un ‘Fondo’ riservato al personale militare che ha svolto e che svolge missioni internazionali di pace al quale possano accedere, per sostenere le spese riguardanti le cure, quanti affetti da patologie probabilmente correlate all’uso delle armi all’uranio impoverito o ad altre possibili concause, nonche’ i familiari dei militari deceduti per l’attribuzione degli adeguati sostegni economici”. ”Chiedo inoltre che Palazzo Madama impegni il governo – spiega Forcieri – a rimuovere gli ostacoli che bloccano la concessione del riconoscimento della causa di servizio nei confronti dei militari deceduti o affetti da patologie correlate alla contaminazione da uranio impoverito o ad altre possibili concause; ad intensificare e verificare l’idoneita’ delle misure adottate per il personale militare che opera in ambienti di sospetta contaminazione, cosi’ come per i cittadini che vivono nelle zone limitrofe ai poligoni militari, al fine di fornire la piu’ ampia garanzia di tutela della salute. E’ necessario inoltre – continua Forcieri – che l’Esecutivo promuova una campagna informativa, indirizzata sia alla popolazione sia al personale militare, sulla contaminazione ambientale derivante dalla presenza di uranio impoverito e che intraprenda tutte le iniziative possibili per ottenere le condizioni di massima trasparenza tra i Paesi alleati sulla disponibilita’ di informazioni connesse allo stoccaggio ed all’impiego di armi, sostanze chimiche ed altri inquinanti, potenzialmente dannosi per la salute”.


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