Welfare

Sì, io darei una rete della Rai a Celentano

Parla don Mazzi: la passione per Celentano e il suo impegno civile raggiungono anche la Fondazione Exodus

di Redazione

Settimana scorsa ha fatto incursione nella polemica contro il testo antiecclesiale del disco di Gaber, precisando: «Celentano è portatore di una cultura diversa, ed esprime valori più equilibrati». Perché don Antonio Mazzi, lui stesso accidentalmente uomo di spettacolo, non ha mai fatto segreto della sua ammirazione per il molleggiato. Don Mazzi, che cosa si aspetta da questo Francamente me ne infischio atto secondo? E chi lo sa? Sappiamo solo che c’è Gaber, e questo non mi piace troppo. Ma a differenza del cantautore Celentano non fa il profeta, se fa certe dichiarazioni sa bene perché. Io ho sempre avuto una grande stima per lui. L’unica cosa certa, per ora, è che romperà gli schemi. Perché le piace tanto Celentano? Perché di fronte a certi problemi è sempre stato preciso nella denuncia, un lottatore accanito. Con lui si può parlare perché ha sofferto, ha partecipato a tante battaglie. Anche l’anno scorso, quando durante il suo programma mandava in onda immagini sulla pena di morte, la guerra e la povertà: era un’occasione per i genitori di sedersi accanto ai figli e spiegare loro il significato di certe cose. Le piacerebbe vedere Celentano alla direzione di una rete Rai? Se Freccero (direttore di Rai 2, ndr) se ne andasse in Indonesia e uno come Celentano, o come Arbore, prendesse il suo posto, io sarei felicissimo. Perché almeno sappiamo quello che fa Celentano, lo conosciamo bene. Cosa gli augura alla vigilia della sua nuova trasmissione? Che continui a denunciare le ingiustizie, come ha sempre fatto. Che non dimentichi il suo passato e mai si erga a profeta, con la saggezza che lo contraddistingue. È uomo di grande cultura, preparazione e coscienza, non sarò certo io a dirgli cosa deve fare. C’è solo una cosa che vorrei consigliare a Celentano: di sapersi fermare al momento giusto.


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