Non profit

La radice del male e la radice del bene

Un amaro commento sulla situazione attuale del nostro Paese.

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, scrivo questa lettera in uno stato d?animo che oscilla tra la malinconia e lo stupore. Malinconia e stupore, che si provano di fronte a un?eclissi. L?eclissi di che? Della ragionevolezza, del senso delle priorità, della ?carità di patria? o della più elementare umanità: quella che un qualsiasi primate è in grado di provare nei confronti dei suoi simili. Nonostante gli edulcorati telegiornali, le tavole rotonde tra marziani, sappiamo – e lo sappiamo noi massaie – che la situazione economica della famiglia italiana media è regredita, che è in atto una polarizzazione socioeconomica con conseguente impoverimento e declassamento. I parametri attraverso cui si indicano gli strati sociali sono inadatti e sarebbe più calzante parlare ormai di patrizi e plebei. Sappiamo pure che il crack di alcune società è una piena rovinosa che trascina i posti di lavoro, i risparmi di tanti. Sappiamo ancora che siamo coinvolti in una guerra avventurosa pagando la nostra tangente di vite e sangue all?America. Sappiamo che è in atto un conflitto tra quei poteri che, a scuola ci insegnarono, ed insegniamo ancora, essere ben distinti a salvaguardia della democrazia. A questa difficile situazione, si contrappone l?incoscienza colpevole di un parlamento che sembra simile a una compagnia di commedianti.E secondo la convenzione per cui ?lo spettacolo deve continuare?, la prima delle primedonne si è ?rifatta? la faccia. C?è toccato vedere questo che equivale a sputare in faccia a tutti noi, sulle nostre sofferenze reali, sulle nostre quotidiane difficoltà e la prima delle primedonne ha dimostrato di essere, in quanto a compassione, meno di un primate. C?è toccato vedere poi una ex presidente della Camera danzare in uno spettacolo televisivo. C?è toccato subire insolenze, nei confronti della nostra identità nazionale, da parte di un ministro della Repubblica. “Quo usque tandem?”. Cosa potrà salvarci? Concetta Centonze, San Donà di Piave Carissima, i giudici del riesame di Bologna riassumono così la vicenda Tanzi: “La radice di tutti i mali è l?avidità del denaro”. Un giudizio davvero forte e che riguarda solo l?avventura finanziaria del patron della Parmalat. Il problema, però, è che non possiamo fermarci solo a guardare il male, pena la malinconia o il cinismo. Bisogna poter volgere lo sguardo al bene. Le scritture citate dai giudici suggeriscono anche di “guardare ogni giorno il volto dei santi”. è una buona regola, per costruire un mondo più degno. Per non arrendersi al male bisogna poter poggiare i piedi sui sentieri dei costruttori di bene. E sono molti, a noi non bastano 40 pagine la settimana. Coraggio c?è un Paese da ricostruire.


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