Mondo

Coppa d’Africa: l’ora degli hooligans

A Sfax battaglia campale fra supportrs algerini e marocchini

di Joshua Massarenti

La battaglia di Sfax Viene soprannominata la città dell’ulivo, un centro urbano simbolo di pace e armonia. Ma nella notte di domenica, Sfax è stata teatro di violenze urbane provocate dai tifosi algerini giunti in massa per assistere alla partita Marocco-Algeria, valida per l’accesso alle semifinali della Coppa d’Africa. Le notizie si sono subito diffuse nel paese in modo frammentario e limitato. Secondo quanto riferisce il quotidiano governativo La presse, il bilancio – provvisorio – è di una settantina di feriti, tra cui «14 poliziotti, 51 tifosi algerini, un marocchino e tre spettatori tunisini». A Vita.it, un giornalista senegalese presente a Sfax si è detto « scioccato da quanto è successo. Per misure di sicurezza» ha aggiunto, « i giornalisti hanno dovuto aspettare due ore prima di lasciare uno stadio devastato da tifosi algerini che hanno preso di mira anche la tribuna stampa». Le violenze sono infatti cominciate all’interno dello stadio Mhiri, fresco di ristrutturazione per la CAN2004. Al terzo gol segnato dal Marocco nei tempi supplementari, alcuni supporter algerini hanno iniziato a strappare dei sedili e lanciarli sul terreno di gioco. A seguire, una pioggia di proiettili si è riversata sul campo e gli spalti. A questo punto, le forze dell?ordine sono intervenute, «con eccessiva brutalità » secondo i giornalisti algerini. Da parte sua, la televisione pubblica tunisina ha mostrato nel giornale delle 20 gli ingenti danni materiali inferti alla città dai supporter algerini resi furenti dalla sconfitta dei biancoverdi (3 a 1 il risultato finale). Anche in quel caso, il bilancio è pesante quanto impreciso. Numerosi veicoli sono stati bruciati o parzialmente distrutti; i parchi saccheggiati e i negozi devastati da lanci di pietre. Nemmeno gli alberi decorativi e i pannelli segnaletici delle arterie principali della città sono stati risparmiati da supporter algerini protagonisti ieri mattina di nuove violenze. Questa volta in territorio algerino, a Tebessa, 630 km a est di Algeri, nei pressi della frontiera algero-tunisina. Di ritorno dalla Tunisia, alcune centinaia di tifosi hanno tentato di penetrare nel consolato tunisino, prima di essere respinti dalla forze dell’ordine a colpi di gas lacrimogeni. La calma è tornata solo a tarda notte. Nessuna notizia su eventuali feriti o arresti. Mai gli organizzatori della Coppa d’Africa avrebbero immaginato sceni di simile violenza. Eppure, Marocco-Algeria era un derby attesissimo e temutissimo. In palio, c’era un posto in semifinale per due nazioni calcistiche decadenti. Ma non solo. I due paesi frontalieri sono da decenni protagonisti di una rivalità politica ed economica che spazia dal conflitto nel Sahara Occidentale alla volontà di predominare nell’area maghrebina. Per far fronte ai 25000 tifosi algerini presenti a Sfax, le autorità tunisine hanno mobilitare in via accezionale 2000 agenti delle forze dell’ordine, oltre 1500 poliziotti e centinaia di militari. Ma come si è visto, non è bastato a impedire episodi di violenza di gran lunga prevedibili.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA