Il governo cubano viola i diritti di migliaia di cittadini; in Spagna 30mila sepolti in fosse comuni aspettano verità e giustizia. Sono decine le cause umane importanti ma difficili, magari un po? antipatiche, non le preferite dai grandi organismi internazionali. Sono le campagne di Amnesty International, una agenzia fatta di gente con il cuore semplice e forte, con un unico scopo: difendere i diritti umani e denunciarne gli abusi chiunque ne sia il responsabile.
È l’unica organizzazione non governativa che non accetta finanziamenti dai governi, per mantenere la libertà di denuncia degli abusi sui diritti umani. Si autodefiniscono “gente comune che lavora per difendere gente comune”. Pochi i salariati e milioni i volontari. Ideologicamente sembrano figli sognatori di un movimento globale per i diritti umani, ma quando entrano in azione sono più cocciuti di un venditore porta a porta. Quando hanno adottato un caso di abuso aumentano la pressione. Che ci vogliano mesi o decine d?anni non fa differenza: Amnesty non ha mai abbandonato un caso senza risolverlo. E non sono mai disposti a compromessi. Non sono pochi i governi, anche tra quelli che mostrano tolleranza verso altre ong, che hanno cacciato Amnesty. Ma l?effetto ottenuto è di solito il contrario di quello voluto.
Per quelli che non credono che il mare si può riempire una goccia alla volta, c?è un movimento globale che lo ha dimostrato. L?umanità è fatta di miliardi di singoli diritti. Ogni singolo diritto violato, viola l?umanità intera. E non esiste ricucitura globale: il rammendo va fatto un filo alla volta.
Sandro Calvani è un dirigente delle Nazioni Unite. Vive e lavora a Bogotà, Colombia. Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite
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