Sostenibilità

Esercito: oggi i funerali di Valery Mellis ucciso dall’uranio

E' morto il caporalmaggiore Valery Mellis, dopo lunga agonia, aveva 23 anni. I soldati italiani contaminati dall'uranio sono ormai 264. Una lettrice, Valeria, ci scrive

di Redazione

Ai funerali di Valery Melis, l’ Esercito sara’ rappresentato ufficialmente dal comandante del Distretto militare di Cagliari, col. Massimo Zillo. Melis, caporalmaggiore degli Alpini, a causa della malattia era stato trasferito, infatti, dal suo Reggimento alla Forza Assente del Distretto, un reparto dove vengono inseriti i militari che si assentano per piu’ di 90 giorni dal servizio. Alla cerimonia funebre, come ha precisato l’ Ufficio Stampa del Comando Militare della Sardegna, sara’ presente una rappresentanza di volontari del 151/o Reggimento, reduci dalle stesse missioni nei Balcani alle quali aveva partecipato e rientrati da pochi giorni da Nassiriya. Ancora in forse, invece, per problemi di collegamenti aerei la presenza di commilitoni del reparto di Cuneo, dove il giovane prestava servizio prima di ammalarsi. “La famiglia di Valery Melis non sara’ lasciata sola. E’ stato previsto un intervento di sostegno da parte del ministero della Difesa”. Lo ha detto il generale Giangabriele Carta, comandante uscente della Regione militare della Sardegna, sentito dall’Agi sulle iniziative che saranno intraprese per aiutare i familiari del giovane caporalmaggiore dell’Esercito stroncato due giorni fa dal linfoma di Hodgking. “Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilita’”, ha aggiunto Carta, a margine della cerimonia di passaggio di consegne con il generale Angelo Dello Monaco al Campo Rossi di Cagliari, “anche se in queste situazioni e’ sempre molto difficile garantire iniziative davvero utili. Siamo stati tuttavia presenti attivamente ogni volta che la famgilia ce l’ha chiesto”. Frattanto, ai funerali del giovane che saranno celebrati nel pomeriggio a Quartu, interverra’ una rappresentanza del 151esimo reggimento della Brigata Sassari e degli Alpini. la lettera di Valeria E’ morto il caporalmaggiore Valery Mellis, dopo lunga agonia, aveva 23 anni. I soldati italiani contaminati sono ormai 264. 26 sono morti per malattie tumorali. 23 bambini sono nati malformati. Altissimo il numero degli aborti. Fortissime le patologie linfatiche. Fotografati metalli pesanti all’interno dei loro corpi. Malattie identiche a quelle denunciate dai soldati americani a partire addirittura dal ’78, nella completa indifferenza di capi militari e politici. 11 bambini malformati sono nati addirittura da civili che abitano accanto a poligoni militari sardi. L’OMS nega la pericolosita’ dell’uranio povero o arricchito, negano gli USA, negano il governo italiano e gli apparati militari. Si chiede di aprire un’inchiesta per verificare quale sia il costo nascosto di queste ‘missioni umanitarie’, ma governo e parlamento oppongono un muro di gomma e la stessa Chiesa, cosi’ attenta a salvare embrioni anche malformati, su questi giovani tace. E dunque diventa ancor piu’ inacettabile che Ciampi continui a declamare sulla necessita’ e la bellezza delle missioni all’estero. Nelle zone dei Balcani colpite dai bombardamenti le patologie tumorali sono cresciute del 300%. Cosa sara’ dell’Irak dove sono state gettate 2.000 tonnellate di uranio? Attualmente 11.000 soldati italiani, tutti giovanissimi, sono stati spediti con totale irresponsabilita’ in guerre che mai avrebbero dovuto esistere e alle fanfare per la loro partenza non si sono accompagnati altrettanti segni di considerazione quando sono tornati malati o morenti. Per chi muore da contaminazione da uranio non ci sono esequie solenni all’altare della patria, non sventolano commossi tricolori, non si fanno patriottiche declamazioni. I loro casi sono rimossi in fretta e cadono nell’oblio. I figli della patria diventano figli di nessuno. Credete voi che il giovano Valery sia diverso dai caduti di Nassirya? Almeno possa cessare la retorica vuota delle guerre mercantili, guerre umanamente non giustificabili, combattute con armi illecite, che uccidono quelli stessi che le contattano e spargono la contaminazione nei paesi colpiti per la fine dei secoli. Questo non e’ il Risorgimento e queste non sono guerre nobili da difendere con retoriche patriottiche. Siamo in un mondo intessuto di finzione, dove la morte e’ l’unica cosa vera e rispettabile. Ma con quale diritto, con quale cinismo mandiamo la nostra gioventu’ migliore in guerre messe al bando dalle comunita’ internazionali, e poi quella gioventu’ la dimentichiamo come non fosse mai nata? Alle vittime non sono nemmeno riconosciute le cause di servizio, nulla ricevono dallo stato le vedove e gli orfani. Nessuna cura per i famigliari costretti a odissee inenarrabili, nessun plauso per queste morti. Sembra che la Nato avesse avvertito le autorita’ italiane del rischio della contaminazione, peccato che poi non ne sia conseguito nulla. Lo stato rifiuta di considerarli vittime di guerra, rifiuta la propria responsabilita’ militare, politica e sanitaria, perche’ le armi all’uranio sono illegali e tuttavia si e’ continuato a produrle e ad usarle, perche’ il traffico di armi ha forti protettori, politici e finanziari, ma quei ragazzi sono ‘carne da macello’, buona per essere mandata nel luogo del pericolo, pronta a essere scaricata quando non serve piu’. Giustamente il signore del linfting rifiuta persino di andare a trovarli, quei ragazzi, per non contaminarsi. A quel parlamentare di Forza Italia che sulla Rai pubblica disse cinicamente che erano tutte balle raccontate dai soliti italiani che volevano gabbare l’Assl, esprimiamo il nostro piu’ profondo disprezzo. Ma siamo abituati a sentire espressioni ignobili da questa classe politica. All’onovole Contestabile che dichiara che i nostri soldati avevano gli equipaggiamenti migliori e dunque l’esercito non ha colpe, opponiamo che nessun soldato russo o tedesco e’ stato contaminato, e che, non appena e’ emerso il pericolo, i rispettivi governi hanno invitato i soldati che lo richiedevano al rientro e un terzo di loro ha chiesto e ottenuto di tornare a casa. Troviamo vomitevoli coloro che anche nella sinistra pensano che e’ bene lasciare in Irak i nostri soldati, ‘per rispetto alla loro missione’, ed esitano nel chiedere un fermo ritiro da una guerra che ogni giorno si dimostra piu’ falsa, inutile e criminale. Ai discorsi fatui di chi non vuole prendersi responsabilita’ sulla vita e sulla salute dei cittadini e difende la modernita’ delle nostre strategie militari, come l’onorevole Contestabile, opponiamo le testimonianze dirette di tutti quei soldati italiani che nel Kossovo, in Macedonia, in Bosnia… raccattavano frammenti bellici a ‘mani nude’, e a cui si diceva solo di sbattere giu’ la polvere, tutta quella micidiale polvere….


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