Salute
Aids: Il Vaticano ribadisce le accuse ai gruppi farmaceutici
Il cardinale Javier Lozano Barragan, rispende a una domanda sulle obiezioni dei gruppi farmaceutici all'appello del Vaticano contro l'Aids
di Paul Ricard
Il Vaticano afferma che per i medicinali anti-Aids la logica della proprieta’ dei brevetti deve lasciare il passo a quella della cura di malati che altrimenti sono votati a morte sicura. Nessuno infatti mette in questione i diritti dei produttori dei medicinali anti-Aids, ma quando e’ minacciata la vita di intere popolazioni, come accade in vari paesi africani, ”dove la vita e’ in gioco, allora cade anche la proprieta’ privata”. Lo ha detto il cardinale Javier Lozano Barragan, rispendendo a una domanda sulle obiezioni dei gruppi farmaceutici all’appello del Vaticano contro l’Aids, della scorsa settimana. In quella occasione il Vaticano aveva definito un ”genocidio” la morte per Aids in Africa e chiesto un intervento sui prezzi dei medicinali. Il presidente del Pontificio consiglio per la pastorale della salute ha osservato che e’ vero che il costo della cura per un malato di Aids e’ sceso ”da 15.000 a 10.000 e poi a 350 dollari annui e che le aziende produttive hanno fatto molto in questo campo, ma bisogna fare ancora di piu”’. Ha quindi citato il caso di paesi come il Messico e la Colombia, dove lo Stato si fa carico delle cure per i malati o di Thailandia e Brasile dove lo Stato ha stabilito convenzioni con le case farmaceutiche. Per il porporato dunque la pandemia dell’Aids e’ un caso classico per il quale la dottrina sociale della Chiesa pone una ipoteca sociale sulla proprieta’ privata. ”Ci sono paesi in Africa, Botswana, Zambia, Lesoto e in parte il Kenya, – ha osservato – dove le percentuali di Aids sono altissime, in Botswana il 39,6 per cento della popolazione ha l’Aids, quindi il problema e’ gravissimo, e dove la vita e’ in gioco, li’ cessa anche la proprieta’ privata, certo bisogna considerare anche le ragioni dei produttori, e magari stabilire convenzioni con i governi, bisogna cercare i modi adatti, ma le cure vanno assicurate perche’ interrompere il trattamento significa morire: tutto questo e’ molto complicato, ma si deve fare”. Al cardinale Barragan, che presentava la prossima Giornata mondiale del malato, che la Chiesa celebra a Lourdes l’11 febbraio, e’ stato chiesto anche un parere sulla influenza dei polli. Il porporato ha osservato che ”e’ un esempio della globalizzazione e del fatto che siamo tutti sulla stessa barca: questo ci deve indurre alla solidarieta’ e alla condivisione dei progressi scientifici”. ”Certo bisogna effettuare i controlli sanitari per evitare la propagazione del contagio, ma sempre nel rispetto della dignita’ delle persone” e questi non devono diventare un pretesto per bloccare gli immigrati. Nella conferenza stampa il vescovo di Lourdes Jacques Perrier ha annunciato che per la giornata del malato si aspettano a nel santuario francese circa 25.000 persone, tra malati e assistenti. L’arcivescovo di Lyone, Philippe Barbarin, ha risposto ad alcune domande sulla situazione legislativa francese rispetto a laicita’, bioetica ed eutanasia. In particolare, sulla legge sull’eutanasia in discussione in Parlamento, ha affermato che ”la battaglia forse e’ perduta, ma e’ importante che i cattolici combattano” e ha auspicato che tutti i medici, anche non cattolici, si possano esprimere su questo argomento.(
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