Education
Lucchetta: «Lo sport è scuola di vita e io lo insegno ai bambini»
L’ex pallavolista è tra i protagonisti dell’evento “Banca Generali - Un Campione per Amico”, che raduna nelle piazze migliaia di alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado. «Porto la mia "filosofia del sorriso" in tour nelle varie città d'Italia»
circa 10mila studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado che hanno la possibilità di incontrare e giocare insieme a quattro miti dello sport italiano: Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Francesco Ciccio Graziani e Martin Castrogiovanni. Lo sport come faro educativo, come habitat sociale, come propulsore di valori positivi: è questa l’essenza dell’iniziativa “Banca Generali – Un Campione per Amico” che si sta muovendo lungo un itinerario di piazze italiane
Abbiamo chiesto proprio al grande pallavolista Lucchetta, campione della nazionale italiana di volley degli anni Novanta, di raccontarci quest’esperienza.
Il tour prevede varie tappe, l’ultima sarà a Nocera Inferiore il 4 giugno. Come sta andando questa iniziativa?
Le giornate sono dense di appuntamenti. Questa è una delle più longeve manifestazioni di attività multisportive con l’attitudine al divertimento, all’inclusione, al ballo, a far passare messaggi che servono per far divertire i bambini.
Gli appuntamenti sono sempre nelle piazze. Come sono questi incontri?
Sì, la piazza è un posto dove, da generazioni, ci sono gli incontri di mercanti, ci sono i mercatini, ci si ritrovano gli anziani. I bambini, durante questi incontri nelle piazze, vivono con la propria classe un momento di festa. Cerchiamo di far passare dei messaggi legati all’etica del comportamento, che parte dalla mia filosofia, che è la “filosofia del sorriso”, che porto anche nelle piazze.
Lei è depositario, da tempo, del sorriso dei bambini.
Sì, i bambini mi danno i loro sorrisi e io li restituisco, con degli interessi illimitati. Il bambino non ha limiti, se tu riesci realmente a costruire un percorso con lui. È una situazione empatica, dove non c’è la ricerca di una prestazione, non c’è la ricerca di talenti esasperata, che purtroppo in tutte le attività sportive è in mano ai procuratori e agli osservatori. Per quanto mi riguarda, mi dedico all’allargamento della base promozionale, il messaggio che diamo è quello del gioco e del divertimento.
In piazza lei diventa un animatore…
Esatto, perché esco dal televisore con la mia voce, il mio modo di fare. Il mio personaggio è amato dai bambini perché hanno guardato e guardano Super Spike ball, serie animata da me ideata, disponibile su RaiPlay. Quando mi vedono dal vivo, mi animo come se fossi Lucky, il protagonista del cartone animato. Questo diventa un plus aggiunto, molti bambini quando mi vedono mi accorgo che mi riconoscono, mi danno il cinque, mi parlano della Lucky Squad (la squadra di spikeball messa in piedi dall’allenatore Lucky nella serie animata, ndr). Mi guardano un po’ strano perché ho i capelli bianchi, nel cartone animato li ho neri. Poi lo stupore lascia il campo al divertimento. Dare il “cinque” è quello che serve per abbattere le distanze: saluto tutti e gioco con tutti. Abbiamo poco tempo per parlare con i bambini, ma giochiamo molto. La costante del gioco si ripete: cambiano gli scenari, da una città all’altra dell’Italia, cambiano i bambini, ma hanno tutti una grande carica. Alcuni hanno 5-6 anni, a volte arrivano molto timidi nelle piazze, dobbiamo avere un’accoglienza e un linguaggio diversi.
In Super Spike ball c’è un’attenzione alle diversità, che l’ha sempre contraddistinta.
Sì, è sempre stata una mia volontà ben definita, sia dentro Spike team, cartone animato dedicato a bambini dai 9 ai 12 anni dove si trattano temi quali il bullismo e le disabilità, adatti a ragazzi più grandi, sia in Super Spike ball adatto ai bambini più piccoli. Una delle protagoniste di quest’ultimo, Viola, è nata prematura, l’ho chiamata così in onore di una bambina che conosco nata settimina e perché, nella giornata dedicata ai bambini prematuri, i monumenti si illuminano di viola; sono stato testimonial della campagna #tproteggo, dedicata ai bambini nati prematuri. Nel cartone animato affrontiamo anche le problematiche inerenti la dislessia, la disgrafia e la discalculia. Il personaggio Lj-Wang è dislessico e disgrafico, nella vita quotidiana sbaglia le parole, le scrive a modo suo, ma quando gioca l’ordine mentale è messo rigorosamente a modello. Il messaggio è: quando sei concentrato, fai sport o comunque qualcosa che ti fa stare veramente bene, il gioco diventa terapeutico.
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Lo sport, il gioco è la sua costante, dalle piazze ai cartoni animati.
Sì, io non mi fermo alla parola “sport”, parto da molto più indietro. Per me il gioco è dall’animazione all’azione. Sono Lucky che utilizza il gioco, dal cartone animato alle piazze, come scuola di vita. Il gioco, tra i cuccioli di uomo, permette di potersi sfidare, di poter avere strumenti per migliorare se stessi. Poi, con degli ottimi coach, un bambino può migliorare il proprio modo di giocare e, solo dopo, si accorge che può diventare uno sport.
Sei tappe del tour
L’edizione 2024 di “Banca Generali – Un Campione per Amico” tocca tra aprile, maggio e giugno sei città: Arezzo, Ravenna, Padova, Lucca, Trento e Nocera Inferiore (il 4 Giugno), per poi riprendere dopo la pausa estiva a partire dal mese di settembre. Il format rimane invariato, una mattinata di sport e di spensieratezza in una delle più belle piazze italiane, dove sono allestiti quattro campi (di dimensioni ridotte) da tennis, volley, calcio e rugby, con animazione, musica, gadget. Nelle tappe, partecipano ragazzi senza alcuna distinzione di abilità, grazie al coinvolgimento di associazioni presenti sul territorio selezionate in collaborazione con il Cip – Comitato Italiano Paralimpico. La manifestazione è patrocinata dal Coni – Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
220 tappe, 220mila bambini
Grazie all’organizzazione di Rg e alle partnership che ha saputo stringere con le istituzioni, l’evento è diventata negli anni una delle più importanti iniziative che legano lo sport al mondo della scuola. Il suo successo è scritto nei numeri: 22 edizioni in archivio, più di 220 tappe già percorse, uno staff di oltre 50 persone che si muove di città in città, ma soprattutto circa 220mila bambini coinvolti.
Oltre i confini dello sport
«L’esempio di questi campioni e di questo tour va oltre i confini dello sport esprimendo al meglio la voglia di stare assieme, fare squadra e di stare vicini sul territorio, elementi che da sempre contraddistinguono il nostro lavoro al fianco delle famiglie per accompagnarle nelle sfide legate al risparmio», dice Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali. «Come un campione-allenatore anche i nostri banker ogni giorno si impegnano nella responsabilità di guidare i nostri clienti verso gli obiettivi prefissati. E in un contesto che ormai da anni ci pone davanti a crescenti complessità dall’economia e dai mercati crediamo sia importante rafforzare anche in Italia, come in altri Paesi che ci precedono per educazione finanziaria, lo sforzo di sensibilizzazione delle coscienze e di divulgazione dei concetti chiave».
Foto Ufficio stampa di Banca Generali e Imprese di Talento
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