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Scommessa con i giovani

Grazia Sestini/ Il sottosegretario al Welfare spiega il progetto di riforma della 266. "Più potere ai Comitati di gestione? E' sbagliato dire che al loro interno ci sono le banche...".

di Francesco Agresti

Quali sono i valori introdotti dalla legge 266 che vanno salvaguardati, a prescindere da qualsiasi modifica di legge?

Tutti i valori contenuti nella legge 266 devono rimanere. Nel nostro progetto di riforma abbiamo abrogato il secondo comma del primo articolo che regola i rapporti con gli enti locali, perché è incostituzionale. Si è aperto un dibattito sull?opportunità di inserire nel progetto di riforma la gratuità. Esclusa dal testo governativo perché è un valore talmente ampio che rischia di essere compresso se inserito in un testo normativo. Ciò che invece va potenziata è l?autonomia.

Cosa invece bisogna necessariamente cambiare?

Il volontariato avrà sempre meno rapporti con lo Stato e sempre più con gli enti locali. Le organizzazioni non devono aver alcun timore a iscriversi nei registri locali perché non è una limitazione della loro libertà ma un riconoscimento che l?ente pubblico dà ad azioni che riconosce utili per la collettività. Ognuno è libero di costituire un?associazione ma se vuole candidarsi a gestire servizi pubblici deve obbligatoriamente sottostare alle regole dettate dall?ente pubblico.

Comitati di gestione e Centri di servizio: chi deve tenere ?la borsa? e chi deve avere il comando?

Sono due realtà diverse ma complementari. I Centri di servizio hanno dimostrato di funzionare, ma con la vigente legislazione molto spesso non riescono a erogare tutti i fondi di cui dispongono. Noi abbiamo proposto che ai Centri rimanga la titolarità del servizio alle associazioni e minimo il 60% dei fondi, contemporaneamente abbiamo previsto un potenziamento dei Comitati di gestione con la possibilità di finanziare i progetti. C?è chi si oppone a questa proposta dicendo che nei Comitati di gestione ci sono le banche: è falso, ci sono le fondazioni d?origine bancaria che hanno la stessa origine culturale del volontariato, e sono il soggetto erogatore che ha diritto a partecipare alla ripartizione dei fondi.

Qual è il futuro del volontariato italiano tra i tanti nuovi soggetti, a cominciare dall?impresa sociale, che si affacciano nel mondo del non profit?

Tutte le forme di imprenditoria sociale sorte in questi anni hanno avuto origine dal volontariato. Il volontariato rimane come atteggiamento della persona ed è presente quindi anche nelle forme di imprenditoria sociale. Crescendo il volontariato ha riconosciuto l?opportunità di strutturarsi con modalità diverse, rimane come atteggiamento e come linfa in tutte queste realtà, e come soggetto privilegiato in alcuni servizi. Ciò non toglie che per altri siano necessarie forme diverse di organizzazione. Nella seconda edizione del censimento sul volontariato dell?Istat si registra un innalzamento dell?età media dei volontari. Nel prossimo futuro la vera scommessa del volontariato è quello di saper attrarre i giovani.

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