Mondo

Sudan, Amnesty denuncia nuovi massacri

Il rapporto dell'associazione umanitaria interessa la regione del Darfur. In pericolo la pacificazione dopo 20 anni di guerra e due milioni di morti

di Stefano Arduini

Amnesty International ha accusato il governo di Khartoum di attacchi indiscriminati contro la popolazione civile del Darfur, ampia regione nell’ovest del Sudan dove da circa un anno e’ in corso un’insurrezione. E’ quanto sostiene in un rapporto di cui da’ notizia oggi la Bbc on line. Amnesty International lancia in tal senso un appello alla comunita’ internazionale perche’ si mobiliti in favore della popolazione civile del Darfur: oltre 100.000 persone, viene ricordato, sono state obbligate a cercare rifugio nel confinante Ciad da quando, un anno fa, e’ esploso il conflitto. Nel rapporto si parla oltre che di bombardamenti aerei chiaramente mirati contro civili, e che talvolta hanno colpito anche persone che avevano trovato rifugio nel Ciad, anche di vere e proprie persecuzioni compiute dalla truppe di Khartoum, appoggiate da una milizia paramilitare conosciuta col nome di Janjaweed. ”Attaccano i villaggi, uccidono persone indifese, picchiano le donne, bruciano le case, distruggono i raccolti, rubano il bestiame”: e’ quanto tra l’altro afferma, stando al rapporto, Benedict Goderiaux, un funzionario di Amnesty International che ha fatto parte del gruppo dell’organizzazione recatosi sul posto per indagare. E in tal senso viene chiesto con insistenza che sia consentito a organismi di monitoraggio internazionali indipendenti di poter compiere verifiche sul territorio. Per ora la tragedia del Darfur e’ rimasta al di fuori del negoziato tra governo di Khartoum ed indipendentisti del sud, in corso in Kenya da oltre un anno, e che sembra ormai in dirittura d’arrivo. Ma se la vicenda dell’ovest del Sudan continuasse a drammatizzarsi, ed in modo sempre piu’ rapido (e’ quanto, tra l’altro, ha constatato anche l’Onu, oltre che numerose agenzie internazionali umanitarie), potrebbe crearsi una condizione tale da impedire anche la pace tra nord e sud, che pur -dopo 20 anni di guerra e due milioni di morti- appare a portata di mano.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA