Social Innovation

Quanta vita c’è nelle aree interne

Biblioteche, migranti, formazione, salute. Sono i tre progetti vincitori e la menzione speciale del premio "Chi l'ha fatto 2024", promosso da Cittadinanzattiva e UniCredit per valorizzare le iniziative che, partendo dai bisogni delle comunità delle aree interne, combattono lo spopolamento

di Veronica Rossi

Biblioteche, migranti, amministratori locali e medici volontari: sono loro i protagonisti della rinascita delle aree interne secondo il premio “Chi l’ha fatto?”, realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con UniCredit. Il premio ha l’obiettivo di valorizzare e incentivare le iniziative che, partendo dalle esigenze delle comunità locali e delle aree interne, contribuiscono a contenere il fenomeno dello spopolamento, ripartendo dai giovani, per «ricreare un senso di identità e di appartenenza».

L’edizione di quest’anno, in continuità con la precedente edizione, ha rivolto un’attenzione particolare ad iniziative orientate al raggiungimento dei 17 obiettivi globali dell’Agenda 2030 dell’Onu ed in particolare ai temi della sostenibilità e delle disuguaglianze. Il premio è realizzato nell’ambito di “Noi&UniCredit”, il programma di partnership fra la banca e le associazioni dei consumatori.

Il primo premio è andato a Moliterno-Latronico (PZ), con “Ci sarà una volta”: è stato creato un gioco di carte sul tema delle biblioteche pubbliche e sulla loro importanza nelle aree interne. A Castiglione Messer Marino (CH), invece, con la “Scuola dei Piccoli Comuni – Formazione e pratiche per le aree interne” si sono realizzati incontri e laboratori con docenti, ricercatori e esperti, nell’ottica di rendere i piccoli comuni laboratori di nuove pratiche sul versante sociale, economico, culturale e ambientale. Terzo premio a Castelpoto (BN), con il progetto “Castelpoto, piccolo comune cosmopolita”: ci si è concentrati sui temi dell’inclusione e della restanza coinvolgendo attori del Terzo settore, giovani residenti e istituzioni scolastiche locali. La giuria ha assegnato una menzione speciale a Tortona (AL), dove il “Poliambulatorio Soter in Tortona”, con il lavoro dei medici volontari, si è dedicato alla presa in carico e assistenza sanitaria gratuita dei cittadini in particolare difficoltà economica.


«Le esperienze che abbiamo raccolto e premiato in questi anni con “Chi l’ha fatto?” ci consentono di rileggere l’Italia con il punto di vista delle aree cosiddette fragili perché collocate nei territori interni e periferici del nostro Paese», dice Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. «Soprattutto ci aiutano ad assumere la prospettiva di chi, per scelta o per necessità, decide di “restare” e continua a rendere quelle aree presenti e vitali. Crediamo che siano una risorsa importante, non solo perché coprono il 58,8% del territorio italiano ed ospitano il 22,7% della popolazione, ma perché offrono prospettive di sviluppo – sociale, economico, comunitario – che, se si rivelano vincenti laddove per definizione è tutto più difficile a causa della distanza dai servizi essenziali, potrebbero essere applicate in maniera più immediata anche nelle nostre aree centrali. Dunque sono buone pratiche, realizzate a partire da una forte spinta comunitaria e di partecipazione civica di cui tener conto per lo sviluppo collettivo del nostro Paese».

La giuria che ha decretato i progetti vincitori era composta da Laura Brida della Confederazione italiana agricoltori – Cia, Sara De Carli giornalista di VITA, Miriam Iacovantuono, giornalista, Paolo Scaramuccia, politiche sviluppo locale, cooperative di comunità e servizi associativi Legacoop.

Siamo andati a conoscere da vicino le quattro esperienze premiate, a Moliterno-Latronico, a Castiglione Messer Marino, a Castelpoto e a Tortona. Leggi le loro storie:

In apertura, il castello di Castelpoto, foto da Cittadinanzattiva

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.