Mondo

Coppa d’Africa: chi non salta europeo è

Mai come quest’anno le squadre del continente cercano visibilità e gloria. per sanare problemi finanziari, ma anche per ritrovare l’orgoglio di essere africani.

di Joshua Massarenti

Il 24 gennaio ha preso il via in Tunisia la quattordicesima edizione della Coppa d?Africa delle Nazioni (CAN2004). Per tre settimane (la finale è prevista il 14 febbraio), la manifestazione calcistica tiene col fiato sospeso milioni di radio e telespettatori africani, mentre per gli addetti ai lavori è l?occasione per fare il punto sulla salute del calcio africano dopo l?incredibile impresa del Senegal ai Mondiali nippocoreani del 2002. Prezzi molto popolari Per la Tunisia, la CAN2004 rappresenta un banco di prova per mantenere le speranze di poter ospitare con la Libia i Mondiali di calcio del 2010, i primi in Africa. Molto dipenderà dal traguardo che la squadra locale, diretta dall?ex allenatore francese Roger Lemerre, sarà in grado di raggiungere in questa Coppa. Su tutti si adombra lo spettro dell?edizione del 1994, trasformatasi in un fiasco finanziario all?indomani dell?uscita prematura della Tunisia dal torneo. Per evitare stadi vuoti e rimostranze di Joseph Blatter (padre-padrone della Fifa), gli organizzatori hanno pensato bene di attirare il grande pubblico adottando prezzi più che popolari (meno di 3 euro per il primo girone, massimo 25 euro la finalissima). Ma visto che ogni mondo è paese, a tener banco in queste prime battute di CAN2004 sono i limiti finanziari del calcio africano. Nonostante i buoni risultati raggiunti dalle squadre africane negli ultimi mondiali (Camerun, Nigeria e Senegal), la frattura con il calcio europeo (quello più rappresentativo nel cosiddetto Nord del mondo) appare sempre più grande. Emigrati del pallone Prova ne è che la Tunisia, pur offrendo a calciatori, giornalisti (800 quelli accreditati) e tifosi infrastrutture tra le più moderne del continente, ha sborsato appena 15 milioni di euro per ospitare la manifestazione. Una miseria di fronte ai 345 milioni investiti dal Portogallo per gli Europei del 2004. Viceversa sono proprio i miliardi (veri o presunti) a spingere un numero sempre più cospicuo di calciatori africani a lasciare le proprie terre di origine. Secondo le statistiche pubblicate a novembre dal bimensile Afrique magazine football, sono quasi 700 coloro che militano nei campionati europei. E alcuni di questi, come il nigeriano dell?Inter, Obefami Martins hanno addirittura rinunciato (spontaneamente?) ai riflettori della Coppa d?Africa pur di non compromettere la propria carriera nel calcio che conta. Di certo, la Coppa d?Africa non vale una Coppa del Mondo. Ce lo ricordano i camerunensi, che per la loro vittoria nella precedente edizione in Mali percepirono 252mila euro, mentre la funesta partecipazione ai Mondiali 2002 (fuori al primo turno) valse loro ben 3 milioni. Ma noi tifiamo per… A ogni modo, saranno proprio gli ?afroeuropei? presenti in Tunisia a fare la differenza in questa coppa d?Africa. Camerun (detentore del titolo e supermotivato dopo la scomparsa del suo centrocampista Marc-Vivien Foe nel luglio scorso), Nigeria e Senegal possono contare su star ?europee? del calibro di Diouf (Liverpool), Kanu (Arsenal) o Samuel Eto?o (Maiorca) e continuano a figurare tra i favoriti. Per questo motivo, Vita fa il tifo per le squadre meno blasonate e più ?africane?. Per il Ruanda, ad esempio, che per la prima volta partecipa a una competizione internazionale, con giocatori quasi esclusivamente dilettanti. Oppure per il Burkina Faso, la cui federazione, priva di qualsiasi mezzo finanziario, punta tutto sul vivaio. Una scelta rivelatasi azzeccata, visto che i burkinabé partecipano per la quinta volta di fila alla Coppa, e non tutti possono vantare questa regolarità (vedi Marocco e Senegal). È ancora lecito credere in un miracolo?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA