Famiglia

Potenza dell’informazione. E dei miracoli

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

Durante una festa di nozze, il fatto che il vino era finito – cioè un?informazione vera, precisa e tempestiva- ha innescato secondo gli evangelisti il primo miracolo di Gesù Cristo. Gli stessi vangeli, nel raccontare la vita di Gesù Cristo, fanno notare come perfino il figlio di Dio volesse sempre sapere i fatti umani come stavano, perfino prima di modificarli a suo piacimento con i miracoli. Viene da chiedersi se non avrebbe potuto usare la sua forza soprannaturale per informarsi prima di intervenire, invece di chiedere ai suoi discepoli, comuni mortali. Sembra invece che fosse importante sapere che c?erano solo cinque pani e due pesci prima del miracolo della condivisione degli spuntini, miracolo che altri media chiamarono invece della moltiplicazione. Perfino su informazioni riservate e protette dalle leggi sulla privacy, come il numero di mariti acquisiti da una donna, Gesù voleva dettagli prima di proporre soluzioni inaspettate alle problematiche del sesso commerciale. Lo stesso fenomeno è stato rilevato nelle biografie dei profeti del nostro tempo, come Gandhi, Martin Luther King, Madre Teresa, Nelson Mandela e altri. Prima di formulare proposte politiche di soluzione ai problemi che li vedono protagonisti, tutti i grandi uomini sanno e vogliono sapere molto, sono dei maratoneti dell?ascolto e dell?analisi di informazioni. I problemi emergenti e irrisolti della globalizzazione, come la gestione dell?ambiente, le risorse energetiche, il mantenimento della pace, hanno bisogno di analisi ben informate sul come, dove e perché a troppi popoli non solo è finito il vino per le feste, ma anche soffrono di sottrazioni sistematiche di pani e di pesci, nonostante la moltiplicazione di disponibilità di cibo nel mondo. Non meravigli quindi se Kofi Annan ha parlato di riduzione della povertà nel discorso di apertura del Summit mondiale dell?informazione, anche a quelli tra i governi e gli esperti che si aspettavano invece un discorso sulle fibre ottiche, sull?e-commerce e il controllo degli spam di internet. La povertà si dimostra sempre più spesso come l?altro lato, speriamo involontario, di una informazione globale e locale diseguale. Certo sarebbe triste se le nuove tecnologie che hanno aperto speranze infinite all?informazione, si rivelassero invece un freno allo sviluppo umano sostenibile. Ma l?informazione è sia bene pubblico che privato. Se la società civile organizzata ne imporrà una distribuzione equa e solidale, ogni miracolo di sviluppo e di pace sarà possibile.

Sandro Calvani è un dirigente delle Nazioni Unite. Vive e lavora a Bangkok, Thailandia. Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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