Non profit

“Aiutiamoli” chiede un aiuto per non chiudere

di Redazione

Mi chiamo Clara Acquani, sono innanzitutto una volontaria dell?Associazione ?Aiutiamoli? di Milano e sono anche la responsabile del ?Centro ascolto per emergenze psichiatriche?, che è in funzione dall?aprile 1996, con turni giornalieri che coprono, con orari diversi, tutti i giorni della settimana. Tutta questa premessa per sottoporre alla Sua cortese attenzione la situazione critica in cui si trova il nostro Centro ascolto. Da oltre un anno e mezzo, con il supporto della nostra Associazione e con il valido aiuto di un nutrito gruppo di medici specialisti in psichiatria, siamo riusciti a organizzare un servizio di assistenza domiciliare, in caso di crisi acute, unico nel suo genere per Milano e hinterland. Tutto questo senza l?aiuto economico di nessuno, né controparti istituzionali (assessorati alla Sanità sia del Comune di Milano che della Regione Lombardia) né, tanto meno, di privati. Il nostro progetto è stato, ovviamente, presentato sia in Regione che in Comune, ma a tutt?oggi nessuno lo ha preso nella benché minima considerazione. Nonostante ciò, in tutto questo periodo il nostro Centro ascolto ha raccolto la richiesta di aiuto da parte di malati di mente o loro familiari, nell?ordine di circa 1.500 telefonate, la maggior parte delle quali sono di puro conforto: l?ammalato è solo, depresso, spesso in contrasto con i familiari e quindi telefona a noi per trovare una voce amica che lo consoli. Di contro, sempre nello stesso periodo, i nostri medici hanno operato circa 200 interventi domiciliari, arrivando a visitare malati in gravi condizioni psichiche, molte volte con espressi desideri di suicidio, che mettono a repentaglio la loro e l?altrui incolumità. Ebbene, su 200 interventi domiciliari, solo per sei casi si è dovuto ricorrere al ricovero ospedaliero (Trattamento sanitario obbligatorio). Quindi i risultati sono più che soddisfacenti, tenendo conto di quanto è traumatico per l?ammalato e i familiari la procedura del ricovero coatto. Ma – e qui veniamo al punto dolente – tutto questo sta per finire se non riusciamo a trovare finanziamenti che ci permettano di dare un piccolo contributo economico per la reperibilità dei nostri medici. Come può ben immaginare, la nostra Associazione non è in grado di finanziare grosse campagne pubblicitarie, che ci permetterebbero anche di farci conoscere di più proprio dagli ?utenti?, da coloro cioè che hanno più bisogno del nostro intervento. Ora io mi domando se è proprio vero che stiamo tutti vivendo in una società così arida, che si cura solo delle persone ?sane? che lavorano, producono reddito per sé e per gli altri, che non disturbano la quiete e le coscienze con problemi morali. Perché sui giornali e nei servizi televisivi si fanno vedere solo situazioni che riguardano quasi esclusivamente gli ammalati di mente anziani, cronici. E quelli giovani? Si pensa forse che non esistano? Perché in una città come Milano (quella con il cuore in mano!) nessuno è disposto a sostenere un?iniziativa come la nostra che porta conforto e aiuto a tanta gente malata e sola? Mi auguro di cuore che qualcuno sia disponibile a darmi una risposta. La ringrazio per il tempo che ha voluto dedicarci e Le invio i miei migliori saluti.

Clara Acquani Presidente sezione della Associazione Aiutiamoli, Milano


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