Fondazioni di impresa
Scuola, l’educazione civica cambia e si trasforma con l’arte
Fondazione Eos – Edison orizzonte sociale Ets sostiene per il secondo anno il progetto Abito, iniziativa dedicata alle scuole superiori
di Alessio Nisi
Il comitato scientifico di Fondazione Eos – Edison orizzonte sociale Ets ha deciso di sostenere per il secondo anno consecutivo (sia nel 2022 che nel 2023), attraverso la donazione del proprio gettone di presenza, il progetto Abito in quanto ritenuto in linea con la mission e i valori della fondazione. Si tratta di un progetto di educazione civica innovativa destinato agli studenti e alle studentesse delle classi della scuola superiore di primo grado del comune di Milano, l’Istituto comprensivo statale Fabio Filzi e l’istituto comprensivo statale Tommaso Grossi, integrato al piano educativo curricolare.
Senso civico e linguaggio artistico
Abito risponde alle indicazioni ministeriali in merito all’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza nelle scuole e mira a sviluppare il senso civico attraverso la capacità trasformativa di diversi linguaggi artistici. L’iniziativa è co-progettata da cinque organizzazioni culturali milanesi Impresa sociale Le dimore del quartetto, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Triennale Milano teatro, Museo teatrale alla Scala e Italian music lab. Il progetto ha visto la partecipazione in fase di progettazione e a titolo gratuito anche del comune di Milano.
Progetti ad alto impatto sociale
«Siamo davvero entusiasti di essere parte integrante del progetto Abito, esempio concreto di come realtà diverse vicine ai ragazzi e alle ragazze possano fare rete mettendo a fattor comune competenze e conoscenze propedeutiche alla messa a terra di progetti ad alto impatto sociale», dichiara Francesca Magliulo, direttrice della Fondazione Eos – Edison orizzonte sociale Ets.
Percorso di crescita attraverso l’arte. «Quando ci hanno proposto questo progetto», aggiunge, «abbiamo subito pensato che sarebbe stata l’occasione ideale per poter instaurare un dialogo diretto con i ragazzi, ascoltarli e accompagnarli in un percorso di crescita attraverso attività artistico-culturali, che rappresentano un canale potente di trasmissione di valori e messaggi di senso civile, di diffusione e di valorizzazione di persone e territori».
Esercizio concreto e attivo di democrazia e cittadinanza. «Il progetto Abito ha permesso ai nostri studenti di conseguire una visione nuova e concreta di alcuni ambiti professionali di cui avevano una conoscenza generica e superficiale. I temi affrontati e le modalità di realizzazione e presentazione simpatiche e giocose delle attività proposte li hanno oltremodo coinvolti stimolandoli ad osservare, ragionare e risolvere. Il progetto è quindi diventato un esercizio concreto e attivo di democrazia e cittadinanza» dichiara la professoressa Daniela Manenti dell’Istituto comprensivo statale Fabio Filzi Milano.
La prima edizione di Abito
La prima edizione di Abito nel 2022 ha coinvolto le 18 classi dell’Istituto comprensivo Rinnovata Pizzigoni di Milano e 3 classi dell’Istituto comprensivo Tommaso Grossi, raggiungendo oltre 450 studenti e studentesse. Nell’anno scolastico 2023/2024, ha raggiunto oltre 400 ragazzi e ragazze di 15 classi diverse delle due scuole, con un’età media di 12 anni.
Mutuando i linguaggi delle arti e della cultura, il progetto stimola il dialogo tra i ragazzi e le ragazze sui temi della parità con l’obiettivo di combattere gli stereotipi e costruire una cittadinanza attenta alla crescita individuale, rispettosa delle altre persone, partecipe nella costruzione di occasioni collettive di relazione.
Abito valorizza, attraverso linguaggi artistici diversi, la capacità trasformativa delle arti e della cultura, per metterla al servizio della crescita dei giovani della città.
Il valore della collaborazione e dell’ascolto
Le classi prime hanno lavorato sul tema del valore della persona con i contributi de Le dimore del quartetto e Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Le dimore del quartetto hanno avviato con i ragazzi e le ragazze, attraverso la metafora del quartetto d’archi, un percorso di sensibilizzazione sull’importanza della collaborazione, dell’ascolto e dei valori fondamentali che guidano una società civile: la musica è diventata uno strumento tramite cui abbattere le barriere, educare i giovani al lavoro di squadra e diffondere la cultura del dialogo alla base di ogni relazione.
Gli eroi locali dello sport
La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori ha realizzato una serie di laboratori in cui i ragazzi e le ragazze hanno analizzato storie legate allo sport (storie che vengono dal passato, o legate ai luoghi sportivi del quartiere, o agli eroi ed eroine locali dello sport, o più in generale alla cultura dello sport), impiegate poi come mezzi di conoscenza dell’altro e facendo emergere la rilevanza di valori quali impegno, sacrificio, fatica, dedizione, merito, inclusione, perseveranza, gioco di squadra, rispetto dell’avversario.
Tutti i racconti elaborati dai partecipanti e dalle partecipanti al laboratorio sono poi confluiti nel libro L’epica del quotidiano. Piccole e grandi storie di sport, consegnato oggi ai ragazzi e alle ragazze.
Il rapporto con l’altro
Le classi seconde invece si sono sperimentate sul tema del rapporto con l’altro grazie al supporto della Triennale Milano teatro: il progetto si è strutturato in momenti laboratoriali gestiti dal coreografo Daniele Ninarello. La pratica artistica è diventata strumento per sollevare questioni culturali e politiche, dando al corpo la possibilità di esprimere ciò che si desidera davvero e non ciò che hanno imparato a desiderare per sentirsi inclusi, mettendo così in relazione lo spazio intimo dell’esperienza del corpo con lo spazio pubblico della condivisione. Tra i temi chiave affrontati figurano emarginazione, isolamento, rabbia, ma anche cooperazione, alleanza e reciprocità.
Abitare il tempo e lo spazio. Infine, le classi terze hanno lavorato sul tema dell’abitare il tempo e lo spazio con Italian music lab e Museo teatrale alla Scala. Nel primo caso, le studentesse e gli studenti hanno progettato una serata in un club e riflettuto sul valore metaforico di un dancefloor in relazione alla società e convivenza civile, in cui ogni persona ha un proprio ruolo e dove la necessità di rispettare le diversità di genere, culturali e sociali è fondamentale. Il progetto “Promenades” con il Museo teatrale alla Scala si è focalizzato sul superamento degli stereotipi e ha mostrato che il teatro musicale ha in sé la possibilità di rielaborare il mondo e modellare la conoscenza in forme nuove; e che il teatro riveste un ruolo nella storia sociale e culturale europea nonché nella nascita e nella circolazione delle grandi idee rivoluzionarie e progressiste che hanno dato vita agli stati moderni.
Foto in apertura credits ufficio stampa Edison
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