Innovazione sociale

A Matera sembra di nuovo il 2019

Spenti i riflettori dell’anno da Capitale europea della cultura, nella la Città dei Sassi sembrava essersi spento l’incredibile fermento e dinamismo mostrato dal Terzo settore. In quest’ultimo mese, invece, riappaiono tutti insieme festival, dibattiti pubblici, bandi e opportunità. «E se il 2019 fosse ogni anno?» È la proposta di Rita Orlando, Fondazione Matera Basilicata 2019

di Luca Iacovone

Nel 2023 Matera è riuscita a superare i numeri record di presenze turistiche registrate nell’anno da Capitale europea della cultura 2019. Il turismo ha fatto prima del sociale: dopo il Covid ha saputo riacciuffare subito l’onda lunga dell’evento europeo e risalire la china fino addirittura a superarla.

Il terzo settore no, almeno così sembrava fino a qualche settimana fa. I tavoli di coprogettazione; le tante sinergie e contaminazioni con mondi ritenuti fino ad allora distanti; i progetti immaginifici di cui il terzo settore lucano era stato capace nell’anno europeo. Tutto sembrava dovesse restare soltanto un bel ricordo. Colpa della pandemia, si diceva, ha chiuso tutte le porte e riconsegnato ognuno al proprio orticello.

A Matera è Festa

E invece, come un fiume carsico è riemerso rapidamente in superficie il desiderio di tornare a discutere insieme della città e del suo futuro. A partire dalla voce di chi lavora con i suoi tasselli più fragili e poveri.

La festa del bene comune

Il primo e più importante esempio è Tessere, la festa del bene comune: una tra giorni di dibattiti, incontri, laboratori e giochi urbani che dal 24 al 25 maggio animerà la vita della città. Gli organizzatori? Non ci sono. Nessuna sigla, fanno sapere, solo un nutrito gruppo di oltre 40 persone, che a vario titolo operano nel campo dell’associazionismo, dell’imprenditoria sociale, dell’accoglienza o anche singoli che intendono sollecitare la partecipazione attiva dei cittadini nel perseguimento del bene comune. Nel ricco programma di Tessere tantissimi nomi, tra cui don Antonio Loffredo con i giovani de La Paranza di Napoli, Emmanuele Curti , Sabrina Bonomi, Mariella Stella, Rossella Tarantino, Giorgio Brizio.

Lo sport inclusivo

Sono arrivati in questi giorni a Matera oltre trecento atleti provenienti da undici regioni. La Città infatti è stata scelta per ospitare dal 23 al 26 maggio il ”Play The games 2024”, la manifestazione sportiva interdisciplinare che coinvolge atleti ”con o senza disabilità intellettive”. Giunti alla VI edizione, i giochi rappresentano un unico grande appuntamento con lo sport multidisciplinare e inclusivo che, in preparazione dei Giochi Mondiali Special Olympics 2025 per la prima volta in Italia, assumono a tutti gli effetti il valore di Giochi Nazionali Estivi.

Il festival dell’invidia sociale

Negli stessi giorni un altro collettivo di realtà del Terzo settore annuncia il primo festival dell’invidia sociale, Da zero a zero, che si terrà il 22 giugno. Una festa di comunità, un rito collettivo per esorcizzare uno degli ultimi tabù del Mezzogiorno d’Italia, e non solo, che frena lo sviluppo di idee, progetti, persone. Un’occasione per ridere, riflettere e crescere con consapevolezza, giocando contro il malocchio e praticando l’affascino. Tra i temi in programma: l’odio online, il campanilismo, l’approccio olistico all’interpretazione dell’invidia con il contributo di artisti, antropologi, archeologici, con performance e incursioni artistiche per sfidare paure e norme sociali.

Ritorno alla Fondazione

Quest’anno la Fondazione Matera Basilicata 2019 è tornata ad investire su uno dei temi simbolo dell’anno da Capitale: la giornata europea del vicinato. Dal 2003, la festa è diventata una ricorrenza europea che coinvolge circa 35 paesi, inclusa l’Italia, celebrando le comunità e i vicinati, i rapporti e le relazioni, i valori di solidarietà e vicinanza. Sono stati finanziati dalla Fondazione 10 eventi a Matera e altrettanti nella città di Potenza che si terranno venerdì 31 maggio, giorno in cui quest’anno cade la festa europea.

Sempre la Fondazione Matera Basilicata 2019 sta portando avanti in queste settimane la rassegna delle arti e dell’ambiente Rizomatica. Curata da Imma Tralli e Roberto Pontecorvo di Marea Art Project, in programma fra aprile e giugno si svolge a Matera, Moliterno (PZ) e Pisticci (MT). E sempre a giugno parte un altro progetto della Fondazione in collaborazione con Chora Media: la prima Podcast Academy del Sud Italia. 40 i partecipanti selezionati che avranno la possibilità di frequentare gratuitamente le lezioni della più importante podcast company italiana. Investire sulle competenze è l’obiettivo di un altro progetto della Fondazione 2019: Airfare. Un percorso di formazione, anch’esso totalmente gratuito, per favorire la transizione digitale delle industrie culturali e creative locali, rafforzando competenze fondamentali per un processo di innovazione “culturale” a tutto tondo.

È di nuovo 2019?

Lo abbiamo chiesto a chi ha seguito da vicino, sin dalle prime battute, il lungo percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, Rita Orlando. Ora responsabile del team di progettazione culturale Fondazione Matera Basilicata 2019.

Rita Orlando, responsabile del team di progettazione culturale Fondazione Matera Basilicata 2019.

«E se il 2019 fosse ogni anno? Il titolo di Capitale europea della cultura ci ha dato un obiettivo alto e una sfida comune: abbiamo lavorato insieme “per” e non, più facilmente, “contro qualcosa”. Quell’evento eccezionale ci ha permesso di impegnarci a più livelli: istituzioni, imprese culturali e creative, Terzo settore, scuole, persone comuni, tutti hanno potuto esprimersi e definire le regole del gioco. La Fondazione ha creato il terreno e ha messo a disposizione gli strumenti.

L’investimento maggiore di Matera 2019 è stato in competenze ed empowerment: less bricks, more brain. E le intelligenze non si spengono insieme ai riflettori: piuttosto, si riorganizzano e cercano nuove sfide da superare.

Rita Orlando, responsabile del team di progettazione culturale Fondazione Matera Basilicata 2019

Il 2019 è stato il manifesto di una cultura inclusiva ed accessibile a tutti, una palestra straordinaria, una cassetta degli attrezzi a cui attingere per affrontare nuove sfide. Può durare per sempre: basta non guardarsi indietro con nostalgia ma darsi sempre nuovi obiettivi, ricordandoci che il principio di condivisione delle conoscenze e delle risorse e il mantra della “cultura aperta” ci hanno portato a diventare esempio per l’Italia e l’Europa. Il fuoco è sotto la cenere, basta solo soffiare un po’»

In copertina una foto dell’evento di apertura di Tessere, festa del Bene comune