Volontariato

Welfare: Inas, senza patronato crescono le disuguaglianze

Presentata questa mattina ricerca sulla qualità dei servizi offerti

di Francesco Agresti

Un?organizzazione che fa della qualità del servizio offerto il suo punto di maggior forza e che si prepara ad avere un ruolo attivo nel processo di riforma del welfare state. Maroni permettendo. L?Inas, il patronato della Cisl, ha commissionato alla Fondazione Giulio Pastore un?indagine i cui risultati sono stati presentati questa mattina a Roma nel corso del convegno ?Il ruolo del patronato nel nuovo sistema del welfare?. La rilevazione ha interessato circa 2900 persone interpellate nelle sedi di tutta Italia. La quasi totalità degli intervistati, il 98%, si è detta soddisfatta del servizio ricevuto dai circa 1000 dipendenti (altri 130 operano all?estero, in particolare in Sud America), il 75% è andata oltre dichiarandosi estremamente soddisfatta. Il voto complessivo assegnato, su scala da 1 a 10, è stato di 8,5. “Abbiamo commissionato il rapporto”, ha spiegato a Vita Giancarlo Panero, presidente dell?Inas,”per soddisfare l?esigenza di comprendere realmente e a fondo, il ruolo effettivo del patronato all?interno della società. L?Inas ha di fronte due importanti obiettivi”, ha proseguito Panero, “individuare con esattezza i bisogni e le caratteristiche degli utenti e conoscere le potenzialità di crescita e di trasformazione dell?organizzazione del patronato cogliendo i mutamenti in atto nello stato sociale”. “I dati dimostrano”, riprende Panero, “che riusciamo da avvicinare anche persone che ancora non sono iscritte al sindacato, e in un realtà produttiva caratterizzata dalla frammentazione questo è un aspetto da non sottovalutare”. I patronati attivi in Italia sono venti, quattro le organizzazioni più importanti: le tre legate a Cgil, Cisl e Uil e le Acli, complessivamente occupano 8 mila addetti. Il clima che si respira non è dei più rassicuranti: i contributi previsti dalla legge 152 arrivano con mesi di ritardo, “siamo ancora in attesa del saldo per il 2001”, ricorda Panero, per far fronte alle esigenze di cassa solo l?Inas è costretta a pagare interessi per 3 milioni di euro, “denaro che potrebbe essere investito nei servizi”, dice amareggiato il presidente dell?Inas. E le intenzioni più volte ribadite del ministro Maroni non lasciano presagire nulla di buono: “il ruolo dei patronati? Dovrebbero essere sostituiti dall?Inps”


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