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“Osama”, un film afghano vince il Golden Globe

E' la storia di una bambina durante il regime talebano, ed è anche l'opera prima di Barmak, regista di Kabul dalla vita avventurosa

di Benedetta Verrini

Il Golden Globe per il miglior film straniero è andato a «Osama», una pellicola dell’Afghanistan. Il film, che racconta la storia di una bambina che per resistere al regime dei talebani si traveste da maschio e va alla ricerca di lavori occasionali, è l’opera prima di Siddiq BarmaK, ed è anche il primo film afghano realizzato dall’avvento e dopo la caduta del regime talebano.

Barmak, che è nato nella provincia a sud di Kabul, nel 1982 ha lasciato l’Afghanistan per Mosca, dove ha studiato regia a Vgik. Nel 1987 è ritornato in patria e dopo un anno si è unito ai mujaheddin del nord per combattere nella guerra di resistenza contro la Russia.
Ha girato i primi cortometraggi in Russia, poi ha continuato a Kabul. All’epoca in cui era con i mujaheddin ha girato anche un documentario sulla resistenza del nord, ma con l’avvento del regime talebano i suoi film sono stati messi all’indice.
Lo stesso regista è stato in esilio in Pakistan dove ha continuato a lavorare per l’Afghan Educational Project della Bbc che comprendeva, tra l’altro, la realizzazione di radiodrammi. Appena rientrato in patria ha realizzato “Osama”.

La storia, ha raccontato, gli è stata suggerita dalla lettera di un’insegnante che raccontava la storia di una ragazzina che, durante il regime talebano quando l’istruzione era vietata alle bambine, desiderava così tanto andare a scuola che decise di taglirsi i capelli e vestirsi da maschio.

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