Famiglia

Arlacchi (Onu): crolla mercato di oppio in Afghanistan

«Premiata la politica di pressione sui talebani»

di Gabriella Meroni

”Nello scorso anno abbiamo avuto in Afghanistan un crollo della produzione di oppio dell’80-90%”. Lo ha fatto sapere il vice segretario generale dell’Onu, Pino Arlacchi, in visita al palazzo di Giustizia di Palermo. ”In Afghanistan -continua- quest’anno non c’e’ stata quasi coltivazione di oppio. Abbiamo inflitto tante sanzioni ai talebani”. Arlacchi dice anche che l’Onu ha costruito un ”isolamento internazionale del regime dei talebani”, obbligandoli a ”proibire la coltivazione di oppio negli ultimi tempi”. Per il vice segretario generale dell’Onu, ”questa proibizione si e’ tratta in un crollo della coltivazione dell’oppio, oggi ridotta al minimo”. ”La mia politica -continua Arlacchi- e’ stata quella di premere sui talebani, non ascoltando chi diceva che non c’era niente da fare. Pero’, alla fine, abbiamo ottenuto un risultato senza precedenti. Non ci sara’ oppio prodotto in Afghanistan, o quasi, quest’anno”. E’ sempre il numero due dell’Onu a fare sapere che ”il prezzo dell’oppio e’ aumentato in Afghanistan in maniera verticale”. Da venti dollari al chilo, il prezzo e’ salito fino ai 600 dollari. ”E questa -dice Arlacchi- e’ la prova del nostro grande impatto”.


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