Cooperazione internazionale
Riannodare i fili del dialogo per fermare i venti i guerra
Durante il Civil7, vertice della società civile ospitato a Roma dalla Fao gli scorsi 14 e 15 maggio, 700 organizzazioni della società civile da 70 Paesi hanno messo sul tavolo le loro proposte, in vista del G7 a presidenza italiana
“Just justice”: la società civile mondiale ha condensato il suo messaggio ai governi del G7 in due parole. Uno slogan semplice da comprendere, più difficile da realizzare. Giustizia che ben si presta a essere declinata secondo le priorità sviluppate nel communiqué 2024 del Civil7: economia, ambiente, salute, aiuto umanitario, pace e disarmo, migrazioni, sicurezza alimentare. Il documento ufficiale di oltre 30 pagine è stato consegnato nelle mani dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni, sherpa del governo Meloni per il G7, durante la plenaria che ha aperto i lavori del Civil7, il vertice della società civile ospitato dalla Fao, a Roma, il 14 e il 15 maggio scorsi. Mentre sulla scena globale soffiano minacciosi i venti di guerra e le grandi istituzioni internazionali soffrono di una progressiva perdita di credibilità, il mondo non governativo tenta di riannodare dal basso i fili di un dialogo capace di silenziare il fragore delle armi e di forgiare un modello di sviluppo che sappia conciliare crescita economica e diritti. In tempi di policrisi non c’è più spazio per continuare a procedere come si è fatto finora. Le persone più vulnerabili sono le più colpite. Il Civil7 chiede al G7 più ambizione, responsabilità e azioni concrete per un vero cambio di paradigma col fine di promuovere lo sviluppo e una pace sostenibile», ha dichiarato Valeria Emmi sherpa del Civil7 e senior specialist per il networking e l’advocacy di Cesvi nel suo intervento nella plenaria di apertura moderata da Riccardo Moro, segretario generale di Lviachair Civil7. Lvia e Cesvi sono entrambe socie del network Link 2007.
UN “ARSENALE” DI IDEE
L’evento ha riunito più di 700 organizzazioni da 70 Paesi per discutere le questioni globali più urgenti, ricordare le possibili soluzioni e, soprattutto, continuare a intessere un dialogo costruttivo con il governo italiano, presidente di turno del G7. L’ampia partecipazione rappresenta non solo il frutto di un lungo e paziente lavoro per dare vita a una rete più ampia possibile – che travalica di gran lunga i confini del G7 -, ma consente anche di mettere sul tavolo proposte concrete per ognuno dei temi in agenda nel prossimo summit, in programma dal 13 al 15 giugno in Puglia. Un arsenale di idee e azioni, maturate grazie all’esperienza sul campo, che non può essere ignorato dai governi e a cui Link2007 ha fornito in questi anni un contributo costante e articolato. Il messaggio inviato per l’occasione dal ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, così come l’intervento del cardinale Matteo Zuppi, sono un primo segnale d’attenzione agli elementi della policy advocacy di Link2007.
LE FRAGILITÀ DEL SISTEMA ALIMENTARE
Tra i molti dossier che la nostra rete ha seguito da vicino, c’è la sicurezza alimentare. Nel 2022 Link 2007 ha costituito un gruppo di lavoro sui sistemi alimentari e curato un rapporto sulle politiche locali del cibo. Nella plenaria che ha aperto i lavori della società civile Italo Rizzi, coordinatore del gruppo di lavoro sulla giustizia alimentare del Civil7 e direttore di Lvia, ha sottolineato come la crisi alimentare affligga ormai gli stessi Paesi del G7 e abbia messo a nudo le fragilità del sistema «lungo le catene del valore, con gli agricoltori che protestano perché non sono pienamente riconosciuti né i giusti prezzi né il loro ruolo». Per questi motivi, occorre riaffermare che «il cibo non è solo un bene economico e che è necessaria una più profonda azione radicata nel quadro dei diritti umani affinché i sistemi alimentari siano giusti». La loro trasformazione, ha concluso Rizzi, è perseguibile grazie a «politiche volte alla trasformazione e all’inclusione, alla tutela dei diritti sulla terra e all’assistenza finanziaria». Il bilancio non è roseo: secondo cinque agenzie specializzate delle Nazioni unite, nel mondo ben 735 milioni di persone soffrivano ancora la fame nel 2022, oltre 122 milioni di persone in più rispetto al 2019.
PIANO MATTEI E RICONVERSIONE DEL DEBITO
In tema di cooperazione allo sviluppo, il governo italiano potrà ritagliarsi un ruolo rilevante se saprà dare concretezza al Piano Mattei per l’Africa, la vera novità di quest’anno per il nostro Paese. In quest’ottica bisognerà coinvolgere il resto dell’Europa, le principali istituzioni finanziarie internazionali ma anche le diaspore, un valore aggiunto irrinunciabile per il successo di un programma con tali ambizioni. Link 2007 ha presentato proposte concrete per la nota di sintesi della Presidenza del Consiglio dei ministri. Parte di queste proposte e decisiva per il rilancio della cooperazione internazionale è anche la riconversione del debito dei Paesi più poveri e indebitati, proposta dalla nostra rete nel documento ‘Release G7/G20’, presentata da Link2007, il 15 Maggio a Roma alla presenza di numerosi ambasciatori africani e con un messaggio del Vice ministro degli esteri Edmondo Cirielli. Una misura di questo genere sarebbe inoltre in perfetto accordo con la visione dello stesso Piano Mattei e con gli obiettivi Onu di sviluppo sostenibile.
GUERRE E VITTIME CIVILI: NON SI PUÒ RESTARE A GUARDARE
I conflitti armati in Ucraina e a Gaza, ma non solo, stanno mettendo a nudo l’incapacità della comunità internazionale di garantire il rispetto universale dei diritti umani e proteggere i civili. “È sorprendente, a 75 anni dalla firma delle Convenzioni di Ginevra, continuare a vedere milioni di civili costretti ad abbandonare le proprie case, privati di accesso alle cure, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari e agli alloggi, così come l’utilizzo della fame come arma di guerra”, ha denunciato Miro Modrusan, coordinatore per il Civil7 del gruppo di lavoro sull’assistenza umanitaria e policy advisor di Intersos. «Come possiamo convivere con la silenziosa complicità della comunità internazionale davanti alla tragedia di centinaia di migliaia di civili a Gaza e in Ucraina? Ci appelliamo all’obbligazione morale del G7 di mantenere gli impegni in materia di diritti umani e chiediamo il rispetto di tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu», ha proseguito Modrusan davanti alla platea del Civil7. Di sicuro, per quanto il suo peso sia ancora notevole, il club del G7 non può più permettersi di autoassegnarsi un ruolo guida nella governance mondiale. A maggior ragione se si rivela incapace di imporre standard minimi di rispetto del diritto umanitario.
G7, PROBLEMA O SOLUZIONE?
Il G7 può insomma scegliere di essere parte del problema o della soluzione. Se finirà per imboccare la prima via, quella destinata ad alimentare ingiustizie e disuguaglianze, non sarà certo frutto del caso, ma di una precisa volontà politica di rimandare sine die le azioni indispensabili per rispondere alle tante crisi in corso. Queste ultime sono così numerose che per indicarle è stato coniato il neologismo policrisi, termine che ha ormai fatto il suo ingresso ufficiale nei dizionari della lingua italiana. Analogamente, troppo numerose sono le proposte discusse dal Civil7 per darne pieno conto in queste poche righe. A meno di un mese dal vertice a presidenza italiana, c’è però ancora tempo e spazio per sperare che siano prese in seria considerazione.
Link 2007 è attiva nel C7 e resta impegnata nel dialogo con il G7 ed in particolare con la Presidenza italiana.
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