Formazione

UNHCR: nuovo problema sull’asilo nell’UE allargata

L'alarme di Lubbers ai ministri dell'interno dell'Unione Europea

di Redazione

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Ruud Lubbers ha
avvisato oggi i ministri dell’interno europei che l’imminente allargamento
dell’Unione Europea potrebbe sopraffare i sistemi d’asilo di alcuni nuovi
stati membri. Lubbers ha anche presentato una serie dettagliata di proposte per potenziare la capacità dell’Unione Europea di agire congiuntamente per risolvere questo problema ed altre difficoltà pratiche.

Indirizzandosi ai ministri riuniti a Dublino nel Consiglio per la Giustizia
e gli Affari Interni, Lubbers ha ringraziato la presidenza irlandese per
aver offerto la possibilità di avere uno scambio di vedute su alcune
questioni fondamentali relative alla politica d’asilo europea. L’Alto
Commissario ha precisato che le sue proposte mirano a trovare delle
soluzioni e sono state presentate in uno spirito di impegno costruttivo.
Lubbers ha inoltre rilevato come l’ingresso nell’Unione Europea di dieci
nuovi membri il prossimo maggio, insieme all’applicazione della legislazione recentemente armonizzata dell’UE, potrebbe decisamente modificare l’assetto delle richieste d’asilo all’interno dell’Unione Europea ampliata. Ciò potrebbe condurre ad un aumento del numero dei richiedenti asilo da esaminare nei nuovi stati membri confinanti.

Le impronte digitali e la registrazione secondo il sistema Eurodac,
operativo da un anno, rappresentano un più agevole metodo d’identificazione dei richiedenti asilo, nel momento in cui essi si spostano da uno stato all’altro. Secondo il regolamento “Dublino II”, entrato parimenti in vigore nel 2003, i richiedenti asilo possono essere rispediti nel primo stato in cui sono entrati, generalmente quello più esterno all’Unione.

“Se non si è attenti, si rischia di sopraffare i sistemi d’asilo fragili e
con risorse insufficienti dei nuovi stati membri dell’Unione Europea”, ha
affermato Lubbers prima dell’incontro. “Se questo dovesse accadere, la nuova legislazione europea armonizzata potrebbe causare solo nuovi e ulteriori problemi e ciò sarebbe particolarmente ironico proprio in un momento in cui il numero dei richiedenti asilo sta diminuendo”.

“Alcuni nuovi stati dell’Unione Europea attualmente possono contare solo su 15 o 20 esperti in materia d’asilo”, ha ricordato Lubbers. “Una decina di anni fa questi paesi non avevano alcun sistema d’asilo. Che cosa
succederebbe nel caso in cui migliaia di richiedenti asilo fossero rispediti
in quei paesi dagli stati interni dell’Unione? C’è il pericolo che negli
stati confinanti le procedure d’armonizzazione semplicemente collassino,
causando, invece di ridurlo, un aumento degli spostamenti irregolari tra gli stati membri dell’Unione Europea”.

Lubbers ha esposto ai ministri una serie di proposte dettagliate che
contemplano una strategia flessibile per fronteggiare l’eventuale insorgenza del problema e che suggeriscono ulteriori modi concreti per rilanciare l’efficacia del processo di armonizzazione della legislazione europea sull’asilo. Tali proposte includono misure per arginare l’abuso del sistema d’asilo senza perseverare nella tendenza ad una legislazione sull’asilo più restrittiva che incide negativamente sulla possibilità per i rifugiati – distinti dagli altri migranti – di trovare asilo in Europa.

Le proposte dell’UNHCR, racchiuse in un documento di sette pagine fatto
pervenire ai governi prima dell’incontro di Dublino, comprende i seguenti
punti chiave:

1- L’istituzione di centri di accoglienza dell’Unione Europea, dove le
richieste di determinate categorie di richiedenti asilo possono essere
esaminate da team di consulenti competenti in materia d’asilo e di
interpreti provenienti da tutta l’Unione Europea.
2- L’introduzione di un sistema di condivisione degli oneri, per ripartire
coloro che sono riconosciuti rifugiati in tutta l’Unione Europea, piuttosto
che lasciarne un numero considerevole soltanto in un gruppo limitato di
stati. Sarebbe prestata la dovuta attenzione a legami particolari, quali la
presenza di familiari in un determinato paese.
3- L’introduzione di un sistema congiunto dell’Unione Europea per il rapido ritorno di quei richiedenti asilo a cui non venga riconosciuto lo status di rifugiati o per cui non siano necessarie altre forme di protezione
internazionale. Questo sistema risulterebbe fondato su accordi di
riammissione negoziati dall’Unione Europea come soggetto unitario con i
paesi d’origine.
4- L’istituzione di un’Agenzia dell’Unione Europea per l’Asilo – e
successivamente un Comitato d’Esame UE per l’Asilo – per gestire la nuova registrazione e il disbrigo delle richieste d’asilo, per alleviare il carico di lavoro dei singoli stati e per assicurare che le responsabilità nei
confronti di coloro che godono dello status di rifugiato siano condivise
equamente da tutti gli stati membri dell’Unione Europea.

“In breve”, ha ribadito Lubbers, “l’UNHCR suggerisce un’evoluzione
progressiva in direzione di un esame centralizzato di certe categorie di
richiedenti asilo in centri dell’Unione Europea, anziché mantenere ogni
determinazione dello status di rifugiato a livello nazionale. In tal modo i
paesi dell’Unione possono rendere comune e condivisa la loro competenza, evitare la duplicazione delle procedure nazionali, dispendiosa sia in termini di tempo che di costi, arginare il flusso e riflusso dei movimenti incontrollati. Un simile approccio – sottolinea Lubbers – procederebbe di pari passo con i continui sforzi finalizzati al potenziamento della capacità istituzionale e di accoglienza nei nuovi stati membri dell’Unione Europea”.

Lubbers ha aggiunto che questo complesso pacchetto di proposte è concepito per essere introdotto gradualmente e per essere di complemento al programma di armonizzazione definito dal Trattato di Amsterdam del 1997.

Ha evidenziato poi come le proposte dell’UNHCR sull’Unione Europea non siano isolate, ma parte integrante di un approccio più ampio che mira al miglioramento della gestione globale dei flussi di rifugiati, attraverso uno sforzo prolungato nei settori della protezione e della ricerca e finanziamento di soluzioni nelle regioni d’origine. In caso di successo
delle soluzioni europee e regionali, sarebbe più facile snellire e
migliorare i singoli sistemi d’asilo nazionali, garantendo ai rifugiati che
non fanno parte delle categorie contemplate – destinatarie della procedura centralizzata dell’Unione Europea – l’accesso ad una procedura rapida, equa ed efficace.

“L’Unione Europea non può guardare a tale problematica da un punto di vista completamente eurocentrico” ha detto. “I richiedenti asilo provengono da paesi e regioni difficili. Una maggiore attenzione dovrebbe essere prestata al fine di aiutarli concretamente nei luoghi d’origine, attraverso più sviluppo e un maggiore sforzo nella ricerca in loco di protezione e soluzioni. La protezione – ha detto infine Lubbers – dovrebbe essere disponibile dove e quando è maggiormente necessaria – normalmente prima possibile – cosicché un numero inferiore di queste persone particolarmente vulnerabili avvertirà il bisogno di affidare il proprio destino a gang senza scrupoli di trafficanti di esseri umani”.

Lubbers ha concluso con l’auspicio che la prima fase di legislazione
armonizzata dell’Unione Europea venga messa a punto entro la metà dell’anno e che le proposte dell’UNHCR costituiscano il fondamento della seconda fase di armonizzazione, contribuendo a “un approccio realmente europeo nella gestione dei flussi migratori irregolari”.

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