Volontariato

Eppure il cash flow parlava chiaro

Negli ultimi tre anni i flussi di cassa della Parmalat erano in caduta a picco. Com’è allora possibile che un analista di Citicorp il 12 novembre 2003 consigliasse di acquistare quei titoli?

di Francesco Maggio

Professor Vitale, perché scoppia un caso Parmalat? Marco Vitale: Il caso Parmalat è per un terzo italiano e per due terzi internazionale. Usciamo da questa visione provinciale. Americani erano i revisori, americana era la società di rating, americana è la banca principale che da 20 anni è a fianco del gruppo (la Bank of America), americane sono le principali banche che hanno collocato titoli, americani e, comunque, internazionali sono molti sottoscrittori di titoli. Questo non è un caso italiano, è un anello di una catena che ha incominciato a esplodere all?inizio degli anni 90 e non è ancora finita e non finirà a Collecchio. Negli anni passati abbiamo avuto la Bcci, la Barings, la Maxwell e poi, più recentemente, la Enron, la Worldcom, eccetera. è in questa cornice che va letto il caso. Come ha giustamente scritto il Wall Street Journal, «Wall Street si è unita alla fantasia italiana». Da questa unione doveva nascere per forza qualcosa di non banale. Parmalat non è banale, ma non è una cosa eccentrica, è il sistema che va in crisi. E&F: In particolare, cos?è andato in crisi? Vitale: è in crisi il sistema che ha preso corpo negli anni 30 con Roosevelt: dalla Sec alla revisione contabile. Questo sistema ha funzionato bene per 70 anni, adesso però è in frantumi perché dalla finanza abbastanza elitaria, controllata e controllabile, siamo entrati nella finanza di massa senza adeguare gli strumenti e la forma mentis, senza adeguare l?etica. Negli ultimi 20 anni c?è stata un?esplosione incredibile della finanza di massa, senza che le professioni, le strutture istituzionali di controllo si siano adeguate. Da questi frantumi dobbiamo partire per ricostruire un nuovo sistema, che non può più essere simile a quello vecchio. Dobbiamo dire, per esempio, che le società di revisione non sono più quelle di un tempo e sono diventate un pericolo pubblico. E&F: Si poteva evitare il caso Parmalat? Vitale: Io ho scritto, sul Corriere della sera, della mia esperienza personale e di come sia stato ?alla larga? dal gruppo di Collecchio perché ho sempre nutrito forti dubbi sulla trasparenza di Parmalat. Per questo non accetto quello che ha detto Bragantini (ex commissario Consob, ndr) a proposito del fatto che adesso tutti capiscono. No, non mi va bene. Io ho capito prima. E voglio che venga fatta la distinzione. Però io non sono solo. L?industria italiana dei fondi, che è la parte più sana della finanza italiana, ha capito tutto benissimo e non è un caso che i fondi abbiano investito pochissimo in Parmalat. Ci vuole buon senso e un modo di lavorare che non può essere di tipo ?meccanicistico?. E&F: Si spieghi meglio… Vitale: Le faccio un esempio. Guardiamo al cash flow di Parmalat degli ultimi anni così come risulta dai dati ufficiali: nel 2000 è pari a 631 milioni di euro; nel 2001 a 404 milioni; nel 2002 a 306; nel 2003 a 142. Di fronte a questa caduta a picco dei flussi di cassa, è mai possibile che un analista di Citicorp il 12 novembre 2003 consigli di acquistare il titolo Parmalat? E&F: Come andrà a finire? Vitale: Secondo me ci sarà una svolta nella finanza mondiale e il sistema bancario tirerà fuori una somma che io stimo non inferiore a 6 miliardi di euro di risarcimento. Peraltro, questo risarcimento, che sembra colossale, è cosa abbastanza piccola per le banche interessate. Per la Citicorp vuol dire rimetterci il profitto di 6 mesi. Se gli effetti sui singoli istituti sono modesti, non sono però modesti sui manager di quell?istituto, perché gran parte dei loro ricchi stipendi sono di compartecipazione ai risultati della banca e quindi, alla fine, verranno colpiti questi signori disattenti. E&F: La finanza diventerà più etica? Vitale: Bisogna ricostruire una nuova etica, adatta alla nostra civiltà di massa, è una ricerca che dobbiamo fare tutti assieme e che non sarà facile. Nel frattempo, bisogna rispettare le regole, adeguandole. Prima il sistema era in gran parte basato sull?autoregolamentazione delle professioni. Non funziona più. Però visto che di sole regole non si vive, bisogna chiamare chiunque sia interessato a questi a temi ad avviare una ricerca della nuova etica per i nostri tempi, una ricerca che passa attraverso un travaglio serio, generale, comune e profondo. E&F: Come giudica la posizione dell?Abi per cui le banche sono da considerarsi vittime del crack Parmalat? Vitale: Rientra nel dovere di difesa delle singole categorie ma è una difesa perdente perché la natura del crack stavolta è talmente grossa che questo arroccarsi in difesa, come fa il governatore Fazio, negando qualunque responsabilità e quindi negandosi alla ?ricerca?, è la cosa più sbagliata che può fare per il Paese e per la stessa istituzione che governa. Parmalat: cronologia di una truffa 10 Novembre Parmalat ha risposto alle sollecitazioni della Consob che ha chiesto di fare chiarezza sulla liquidità del gruppo e sulla capacità di rimborsare i bond in scadenza nel 2004. E così Parmalat ha reso noto che ben 496,5 milioni di euro dell?attivo circolante sono investiti dal 2002 in quote di un fondo d?investimento estero nominato Epicurum , che fa capo a una società nelle Isole Cayman. 13 Novembre Parmalat ha deciso di smobilizzare le sue quote nel fondo Epicurum per un importo di 517 milioni di euro disponibili nel giro di 15 giorni. 27 Novembre Parmalat comincia a fare pulizia nei conti e ha affidato a Deutsche Bank il mandato per la ristrutturazione del gruppo. E ha subito smobilitato circa 150 milioni di euro legati a investimenti di varia natura. 9 dicembre Standard & Poor declassa il rating di Parmalat da B+/B a CC/C per l?evidente rischio di default del gruppo. 15 dicembre Calisto Tanzi ha lasciato le cariche di presidente e amministratore delegato del gruppo a Enrico Bondi che ha portato nel consiglio di amministrazione Guido Angiolini e Umberto Tracanella. 22 dicembre In Borsa la Parmalat perde il 63% e la quotazione scende a 0,11 euro. 23 dicembre Scoperta a Singapore la centrale dei falsi: è la Camfield. Dietro al fondo Epicurum nelle Cayman c?è la stessa società di Tanzi. Arresto dello stesso industriale. 30 dicembre La Sec, la Consob americana, ha avviato un?azione legale contro il gruppo Parmalat accusato di aver coinvolto i risparmiatori americani che hanno investito in tutto 1,5 miliardi di dollari in una delle maggiori e più sfrontate truffe della storia.


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