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Riforma Moratti. Un contro e un pro “L’autonomia dov’è?” “Largo alla famiglia”

Marco Bianchi, responsabile scuola per la Cisl, E Mario Mauro, Compagnia delle Opere, oggi nello staff della Moratti, a confronto. I punti di contatto sono davvero pochi...

di Redazione

Tutt?e due hanno dedicato alla scuola e al suo miglioramento gran parte della loro vita e delle loro energie. Oggi si trovano su sponde opposte a contestare o a difendere la ?rivoluzione? introdotta da Letizia Moratti. Sono Marco Bianchi, segretario lombardo della Cisl scuola, e Mario Mauro, deputato europeo, una lunga appartenenza alla Compagnia delle Opere alle spalle, oggi responsabile scuola di Forza Italia. A loro la parola. La riforma rimette in gioco i modelli orari della scuola elementare, ora scuola ?primaria di primo grado?. Lei è d?accordo? Marco Bianchi (Cisl) La scuola elementare viene sottoposta a una ulteriore modificazione organizzativa che rimette in gioco il ?tempo scuola? considerato esclusivamente come sommatoria di tempi anziché modello organizzativo funzionale a una precisa attività didattico-educativa, riesumando modalità antiche, che appartengono a un percorso di evoluzione del sistema (doposcuola). La riforma mette in campo il concetto di ?opzionalità? e ?facoltatività?, riservandosi addirittura di precisare più dettagliatamente le attività e gli insegnamenti rientranti nel pacchetto opzionale, con una palese violazione dell?autonomia didattica delle singole istituzioni scolastiche: non va infatti dimenticato che l?autonomia delle scuole è tutelata da una norma costituzionale, grazie alle modifiche del Titolo V della Costituzione. Mario Mauro (CdO) I cambiamenti introdotti vanno nel senso di garantire la libera scelta delle famiglie, ovvero la possibilità di realizzare un percorso condiviso a misura delle esigenze familiari: ci sono genitori che non lavorano entrambi, e che vogliono un tempo scuola che consenta al bambino di passare più ore a casa. Noi garantiamo questo, così come garantiamo il tempo pieno a chi lo richiede. E così come garantiamo la possibilità di un anticipo per quei bambini che ne possono trarre vantaggio. Uno dei problemi della scuola italiana, che su 100 iscritti all?università vede solo 30 laureati, è che i percorsi sono troppo standardizzati, senza flessibilità verso il basso e neppure verso l?alto. Significa che chi non ce la fa, ma anche chi ha rendimenti superiori, inizia fin da bambino una sorta di rincorsa per inserirsi nello standard medio, rigido, che la scuola prevede. Noi stiamo cercando di fare in modo che non sia più così, con l?obiettivo di arrivare all?eccellenza. La Moratti dice: la riforma è un investimento che il Paese fa sulla scuola. Lei è d?accordo? Marco Bianchi La mancanza di investimenti per la scuola dell?infanzia, per cominciare, rende pura accademia retorica la prevista generalizzazione, richiamata nell?articolo 1 della legge 53, che permetterebbe l?eliminazione delle liste di attesa degli alunni che hanno compiuto tre anni entro il 31 dicembre 2003. Gli enti locali e la Conferenza Stato-Regioni, inoltre, hanno sottolineato la mancanza di posti, risorse finanziarie, dotazione organica dei docenti e servizi strumentali aggiuntivi, quali trasporti, mense, attrezzature. Anche nella circolare sulle iscrizioni non si fa chiarezza sul numero massimo di bambini per sezione in caso di inserimento di alunni al di sotto dei tre anni, né sul numero massimo di bambini al di sotto dei tre anni che si possono inserire: si persevera nell?accanimento degli ?anticipi? a fronte di un impianto ordinamentale costruito negli anni e che ha portato il livello qualitativo di questo settore dall?essere considerato servizio di assistenza (asilo) a vera scuola dell?infanzia. Mario Mauro è dal 1985 che i governi non prendevano precisi impegni economici sulla scuola: al di là delle discussioni, la spesa per l?istruzione non è mai stata modificata. Ora è stato detto che per far partire questa riforma servivano dieci miliardi di euro, il governo ne ha messi a disposizione otto e mezzo: è il primo impegno concreto da vent?anni. Ed è grazie a impegni come questo che sarà possibile, ad esempio, far nascere il doppio canale dell?istruzione e della formazione professionale. Quest?ultima non sarà più la destinazione quasi obbligata dei ?reietti? dell?istruzione, ma un canale formativo che garantisce ai ragazzi competenze qualificate e all?avanguardia, in linea con l?Europa. La riforma Moratti fa leva sulla filosofia della flessibilità. Lei è d?accordo? Marco Bianchi Un dato preoccupante emerge in tutta questa vicenda, secondo noi: l?idea di un sapere mercificato, data dall?opzionalità delle richieste che determinerebbe un?organizzazione scolastica più vicina al supermarket che non a un luogo preposto alla relazione educativa. Estremizzare in un senso o nell?altro la relazione offerta-domanda/domanda-offerta rischia da una parte di rendere troppo autoreferenziale la scuola, e dall?altra di parcellizzare l?offerta, dequalificandola. In una idea di comunità che educa, i luoghi di confronto sono essenziali e gli organi collegiali andrebbero riconsiderati e riscoperti come ambiti di partecipazione che possano lasciare il segno positivo del confronto. Mario Mauro La domanda sottende un?idea sbagliata: in realtà il tempo scuola non viene in alcun modo ridotto, poiché non ci sono meno ore di prima; forse dà fastidio il fatto che sia stato attuato il dettato costituzionale che affida alle famiglie la scelta del tipo di istruzione per i propri figli? Se è così, si deve essere più che mai convinti della bontà delle scelte fatte. Scelte che oltretutto sono rispettose degli sforzi fatti dai governi precedenti. Ci muoviamo nell?ambito di una Costituzione votata dal centrosinistra, così come dallo stesso centrosinistra è stato votato il trasferimento di competenze Stato-Regioni. Prendiamo la legge sulla parità: non è stata toccata sul piano normativo. Questo perché non abbiamo voluto fare una riforma che duri lo spazio di una legislatura.


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