Welfare

Infibulazione: alla Camera testo unificato

Reclusione da 6 a 12 anni e, se il responsabile non e' cittadino italiano, espulsione ''definitiva'' dal nostro Paese, una volta uscito dal carcere. Una scheda

di Redazione

Reclusione da 6 a 12 anni e, se il responsabile non e’ cittadino italiano, espulsione ”definitiva” dal nostro Paese, una volta uscito dal carcere. Sono le pene previste dal testo unificato sul divieto delle pratiche di mutilazione sessuale adottato dalle commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera. Il provvedimento ribadisce la linea dura per chi ”pratica, agevola o favorisce” lesioni o mutilazioni che non siano terapeuticamente giustificate, ma prevede anche interventi di prevenzione e riabilitazione. Il testo-base era stato proposto gia’ la scorsa settimana dai due relatori, Carolina Lussana (Lega) per la Commissione Giustizia e Domenico Di Virgilio (FI) per la Affari sociali. Quest’ultimo ha riferito che l’adozione del testo-base e’ avvenuta con l’assenso di tutti i gruppi politici, a esclusione di An e Udc. Il capogruppo di An in Commissione Affari sociali, Giulio Conti (che e’ anche responsabile sanita’ del partito), e’ apparso fortemente contrariato al termine della seduta. ”E’ stato adottato un testo base – ha spiegato – che non prevede neppure la definizione dell’oggetto della legge, cioe’ non spiega che cosa sono le mutilazioni sessuali” in questione. Conti ha gia’ annunciato la netta opposizione ad ogni ipotesi di esaminare il testo in sede legislativa (senza passare per l’Aula di Montecitorio): ”An e’ contraria. E’ assurdo che di questi argomenti non si parli in Assemblea”. Le Commissioni Affari sociali e Giustizia hanno gia’ fissato per martedi’ 3 febbraio il termine per la presentazione degli emendamenti. Il testo adottato oggi prevede tra l’altro che le pene siano applicate anche se la vittima delle mutilazioni e’ consenziente e anche se il fatto e’ commesso all’estero da un cittadino italiano. – INTERDIZIONE E MULTE PER I SANITARI – Agli operatori sanitari (medici, infermieri, ecc.) che praticheranno l’infibulazione sara’ interdetto l’esercizio della professione. Il responsabile della struttura nella quale e’ stato commesso il reato (sia essa sanitaria o non sanitaria, pubblica o privata accreditata o non accreditata) verra’ punito con una sanzione pecuniaria da 100 mila a 300 mila euro; da 25 mila a 100 mila euro dovra’ invece pagare chiunque trarra’ profitto o qualsivoglia ”utilita”’ dall’esecuzione del reato. – CAMPAGNE DI INFORMAZIONE – Il testo prevede inoltre la promozione di campagne di informazione ”allo scopo di modificare le motivazioni culturali, etniche e religiose che sono alla base delle pratiche” vietate. Queste campagne saranno predisposte dal ministero della Salute d’intesa con quello dell’Istruzione, con il Dipartimento per le pari opportunita’ e con la Conferenza Stato-Regioni. – FORMAZIONE DEL PERSONALE – Lo stesso ministero della Salute, ancora d’intesa con quelli dell’Istruzione, dovra’ poi emanare linee-guida per la formazione di figure professionali che operino nelle comunita’ nelle quali sono in uso queste pratiche e per realizzare una ”adeguata politica di interventi” sia per la prevenzione sia per la riabilitazione delle donne e delle bambine gia’ sottoposte alle mutilazioni. – NUMERI VERDI – Entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge verranno attivati numeri verdi cui ci si potra’ rivolgere sia per segnalare casi di infibulazione sia per ricevere informazioni sulle istituzioni e le organizzazioni che operano nel campo dell’aiuto e del sostegno agli immigrati.


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