Cultura

Africa: ong e rai promuovono un appello

Una politica per l'Africa. La chiedono con un appello diverse associazioni e ong, insieme alla trasmissione "C'era una volta" di Rai3

di Emanuela Citterio

“Una grande politica per l?Africa che vuole cambiare”. E` la richiesta di un appello promosso da associazioni e ong che si occupano del continente, insieme alla trasmissione di Silvestro Montanaro “C’era una volta”, andata in onda su Rai tre con una serie di puntate dedicate all’Africa.

Tra i primi promotori anche Amref, Associazione ong italine, Campagna Sdebitarsi, Chiama l?Africa, Emergency, Focsiv, Missionari Comboniani, Terre des Hommes Italia, Unimondo.

Il testo:

L?Africa è un continente che vuole cambiare, eppure la società civile africana, protagonista di questo nuovo fermento, continua a non essere rappresentata e ascoltata. I governi occidentali, il mondo dell?informazione, le istituzioni internazionali privilegiano il dialogo con gli organi ufficiali e i governi, anche quando questi ostacolano il decollo di vere politiche di sviluppo e soffocano le istanze di democrazia delle popolazioni e delle comunità africane.
Per l?Africa che sta cambiando, è urgente promuovere una Grande Politica per rimuovere gli ostacoli esterni al continente che rallentano e spesso impediscono autentici processi di emancipazione politica ed economica.

PER QUESTO CHIEDIAMO:

– Alle istituzioni politiche italiane, di riconoscere piena dignità di interlocuzione politica alla società civile africana in tutte le sue forme e articolazioni.

– Al governo, il rispetto delle quote di aiuto sottoscritte in sede Millennium Round, il rilancio dell?impegno italiano nel campo della cooperazione attraverso lo stanziamento di risorse adeguate, rinnegate dall?attuale legge finanziaria.

– Gli aiuti vanno condizionati ad un criterio di trasparenza e buon governo. Chiediamo inoltre che le rappresentanze italiane nelle istituzioni internazionali e il governo, per quanto di sua competenza, approvino misure per uniformare a tali criteri i comportamenti in campo economico di multinazionali, enti di cooperazione e organismi multilaterali.

– L?impegno del governo italiano, a livello nazionale ed europeo, ad equilibrare la protezione della proprietà intellettuale con il trasferimento di tecnologia ai paesi africani. Privilegiare le misure di difesa della salute pubblica rispetto ai brevetti, permettendo la produzione locale di medicinali a basso costo.

– Un dibattito parlamentare sulle rappresentanze italiane e le loro politiche all?interno della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Chiediamo l?accesso pubblico alle informazioni, l?adozione e applicazione di standard sociali ed ambientali per un controllo democratico vero sui processi decisionali di queste istituzioni.

– Ribadiamo il diritto dei paesi africani a proteggere i loro mercati e i loro prodotti, introducendo delle barriere doganali sulle merci che provengono dall?estero e favorendo le loro produzioni locali. Ai ministri del commercio europeo, chiediamo la riduzione del dumping sui sussidi e la promozione di un?agricoltura più sostenibile, senza la contropartita di ulteriori concessioni da parte dei paesi africani.

– La riduzione della vendita e dell?uso illegale di armi attraverso l?istituzione di un trattato internazionale, che definisca standard minimi nel commercio degli armamenti, e il rafforzamento dei controlli sulle esportazioni delle armi e sulle attività di produttori e intermediari. Chiediamo inoltre al governo italiano l’impegno ad attuare una moratoria nelle esportazioni verso il continente di armi leggere, le più utilizzate nei conflitti africani.

– La messa al bando dell’uso o dell’importazione di risorse ?insanguinate? dall’Africa (diamanti, petrolio, legname, coltan, …) e l?adozione di strumenti di certificazione stringenti, indipendenti e verificabili su queste risorse. L?impegno ad adottare e promuovere le linee guida sui diritti umani per le imprese, elaborate dalla Commissione ONU sui Diritti Umani.

– Al mondo dell?informazione, chiediamo la promozione e la realizzazione di campagne di comunicazione e educazione allo sviluppo per favorire una conoscenza più profonda delle diverse culture africane e dei diritti, oggi negati in questo continente.

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