Non profit

Precettazione

E se le mogli precettassero i mariti imponendo lo shopping al posto delle partite di calcio? Riflessioni libere su un atto anti democratico.

di Alter Ego

Comunque la si pensi, la precettazione (questa volta degli autisti milanesi, la prossima chissà) non ha niente né di democratico, né di liberale. Non fa parte né della tradizione che nasce dalla (falsa e sanguinosa) democrazia ateniese del quinto secolo, né dalla (altrettanto assassina) rivoluzione egualitaria nata dalla rivoluzione francese. Non solo: precettazione è la bestemmia illiberale per eccellenza, perché impone banalmente al singolo, all?individuo, all?uno che reclama, magari urlandolo, l?unicità del proprio desiderio, le speranze, le ?esigenze?, le necessità della massa, del gruppo, dei molti. Qualcosa, quindi, su cui i cantori del liberalismo d?accatto, i nuovi supporter della rivoluzione liberaloide in atto che vogliono la devolution ma al primo disagio invocano questori e precettazione dovrebbero riflettere.
La verità è che la precettazione è uno dei modi più evidenti in cui una democrazia tentennante e una repubblica mascherata, come l?Italia, tradiscono la propria essenza, svelandosi per quello che realmente sono. Un Paese in cui purtroppo l?arroganza di chiunque detiene il potere funziona e si amministra con le immortali procedure da camarilla e consorteria feudale, spacciate per l?interesse dei più deboli e addirittura condotto con metodi autoritari, come la precettazione. Che la precettazione sia un controsenso è comunque semplicemente dimostrabile, partendo dal campo personale. Cosa accadrebbe se le mogli precettassero i mariti, imponendo shopping forzosi durante le partite di calcio? O se viceversa i mariti precettassero le mogli costringendole alla partita a biliardo tra i fumi del bar? Qualcosa su cui meditare, senza essere né prefetti né perfetti.

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