Non profit

Affetto di mamma nei villaggi Sos

(a cura di Anna Maria Lubrano)

di Redazione

Ricostituire un nucleo familiare, un ambiente accogliente in cui offrire stabilità e sicurezza. È questo il modo migliore per favorire lo sviluppo e la crescita di bambini rimasti orfani o allontanati dalla famiglia di origine. Se lo disse, tanti anni fa, il medico austriaco Herman Gmeiner, che guardando lo sfacelo prodotto dalla guerra decise che si sarebbe preso cura dei bambini rimasti soli e che li avrebbe aiutati a ricomporre i pezzi di una vita travolta dal conflitto. Fu così che nel 1949 fu fondata la Sos Kinderdorf, l?associazione austriaca dei Villaggi Sos. Da allora di strada ne è stata fatta molta: oggi la Sos Kinderdorf International (cui fanno capo le diverse associazioni nazionali) conta 371 villaggi sparsi in 128 paesi e raccoglie più di 30 mila tra bambini e ragazzi. È la più grande associazione privata del mondo ed è sostenuta dalle sottoscrizioni e donazioni di oltre sei milioni di amici. In Italia l?organizzazione ha messo radici solo nel 1963 con la realizzazione di un villaggio a Trento. Da quel giorno sono state costruite altre sei strutture (Morosolo, Saronno e Mantova in Lombardia; Ostuni in Puglia; Roma e Vicenza) che ospitano oltre duecento bambini affidati agli educatori dai servizi sociali dei comuni, dalle ussl o dal Tribunale dei minori. Ovunque, però, in Italia come in Ruanda, in Vietnam, in Germania e in Libano, la filosofia che caratterizza la vita e l?organizzazione dei villaggi è rimasta la stessa. Ogni Villaggio è infatti composto da 10-12 casette in ognuna delle quali vive una famiglia completamente autonoma e indipendente. Figura centrale di questo nucleo è la ?mamma?, un?educatrice che si prende cura di cinque-sette bambini ai quali offre affetto e sicurezza: vive con loro, dorme con loro, si dedica a tempo pieno alla loro educazione e crescita. Un lavoro speciale (le operatrici ricevono infatti uno stipendio mensile) in cui il cuore gioca un ruolo fondamentale e la dedizione è totale, visto che le ?mamme? devono rinunciare ad avere una famiglia propria. Un compito appassionante e faticoso nel quale le educatrici vengono affiancate dalle ?zie?, che danno una mano nella gestione della casa e nello svolgimento del programma educativo studiato per ogni bambino da una apposita équipe psicopedagogica. Per favorire la ricostituzione di un ambiente il più possibile simile a quello familiare i fratelli e le sorelle non vengono divisi. Tutti gli ospiti restano nel Villaggio fino a quando non sia possibile inserirli nuovamente nella famiglia d?origine o, se questo non fosse fattibile, fino a quando non abbiano raggiunto la maggiore età e l?autonomia necessaria per inserirsi nella società. Il reinserimento nel tessuto sociale è uno dei punti fondamentali del programma dell?associazione Sos. È proprio per questo che ogni Villaggio è integrato nel contesto sociale in cui sorge: in ogni Paese vengono rispettati l?architettura del luogo e le tradizioni, mentre i bambini frequentano le scuole pubbliche e partecipano alle attività sportive e ricreative del luogo. Per coordinare, organizzare e amministrare la vita delle famiglie ogni Villaggio fa capo a un direttore, che vi risiede con la sua famiglia e prende parte alla vita quotidiana della struttura. Non sempre, però, l?impegno dello staff del Villaggio riesce a far fronte ai mille impegni quotidiani e i volontari non sono mai abbastanza: altre ?zie? e ?nonni? sono ben accetti per sostenere l?associazione nello svolgimento delle sue attività. Non è indispensabile prendere impegni a lunga scadenza: si può offrire la propria disponibilità di volontari per periodi di tempo limitati o per partecipare a singoli progetti. La scheda Nome ASSOCIAZIONE VILLAGGI SOS ITALIA Indirizzo Via Fatebenefratelli, 34 20121 Milano TELEFONO 02/654081 COORDINATORE Gianfranco Caleari Scopo Prendersi cura dei bambini allontanati in via temporanea o definitiva dalle famiglie Data di nascita 1963 Così si diventa padrini e madrine Adottare un bambino a distanza? Con i Villaggi Sos si può. Per diventare il padrino o la madrina di un piccolo in difficoltà basta versare una quota di 30 mila lire al mese all?associazione; dopo qualche tempo si riceverà la fotografia del bambino e la scheda con la sua storia. Chi lo desidera potrà poi entrare in contatto con il piccolo ospite e conoscerlo personalmente. C?è però un altro sistema per sostenere l?attività dell?associazione: aiutare, invece che un singolo bambino, un intero Villaggio in una qualsiasi parte del mondo. In questo caso il contributo da versare è di almeno 25 mila lire al mese. Il donatore riceve una descrizione dettagliata del Villaggio che avrà usufruito del sostegno, con un rapporto annuale sulla sua attività e il notiziario della associazione Villaggi Sos. Un regalo dai bambini per i bambini. È con questa idea che la sezione lombarda dell?associazione ha organizzato una interessante iniziativa che si terrà al Museo del giocattolo di via Pitteri 56 a Milano. Nella settimana dal 13 al 22 dicembre prossimo, infatti tutti i bambini che si recheranno in visita al Museo potranno approfittare dell?occasione per donare i loro vecchi giocattoli, naturalmente funzionanti e in buono stato, che saranno poi consegnati ai bambini ospiti dei diversi Villaggi Sos.


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