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Informazione: Pecorella, no al carcere per i giornalisti diffamatori

Per il presidente della Commissione Giustizia sono sufficienti sanzioni civili

di Francesco Agresti

Sanzione pecuniaria o sospensione, al massimo l?interdizione dalla professione. Queste le misure con cui dovrebbe essere punito il giornalista colpevole di diffamazione. Lo ha affermato il presidente della Commissione Giustizia, Gaetano Pecorella, a margine del convegno su ‘Liberta’ di espressione e tutela dell’onore’, organizzato dall’Ordine nazionale dei giornalisti con il patrocinio del Senato in svolgimento a Palazzo Giustiniani. “Credo”, ha detto Pecorella, “che per un giornalista l?impossibilità di scrivere sia peggio della detenzione in carcere?. Pecorella ha, inoltre, sottolineato come la libertà di informazione deve essere garantita anche attraverso il venir meno di forme di intimidazione come le querele infondate o i processi con richieste che non hanno alcuna possibilità di riscontro reale. “E’ anche vero però”, ha ammesso il presidente della Commissione Giustizia, “che, talvolta, una notizia falsa può distruggere la vita di una persona. Un effetto di cui deve essere ben consapevole la coscienza del giornalista”.


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