Non profit

Esser liberi, la vera sfida

Grazia Sestini. E' alla guida della Solidarietà sociale con l’attuale governo di centrodestra.

di Francesco Agresti

Grazia Sestini, toscana, nata nel 1958, è dal 2001 sottosegretario al ministero del Welfare, con delega alle Politiche sociali. In questi panni ha, oltre al resto, seguito l?iter della nuova legge sull?impresa sociale. Ha firmato per la ?+ Dai – Versi?. Il periodo 1994-2004 è stato un decennio caratterizzato da un forte sviluppo del Terzo settore in Italia. Di cosa si occupava nel 1994? Nel 1994 facevo l?insegnante di italiano in un istituto professionale e non immaginavo di far politica a questo livello. Seguivo già da tempo le attività della Compagnia delle Opere, interessandomi a temi legati alla didattica. Fare l?insegnante per me era, ed è, un impegno sociale non perché sia un luogo di assistenza sociale, ma perché ha a che fare con l?umano. Probabilmente tornerò a farlo. In che termini il suo impegno nel sociale si strutturava allora? Che differenze con quello attuale? Non ci sono grosse differenze tra quello che facevo allora e quello che faccio oggi perché, al di là delle modalità con cui oggi esercito la mia attività, l?impegno è a favore della vita, della realtà ed è la realtà che detta le modalità. Qual è il traguardo di cui va più fiera? Sono molto contenta della possibilità di poter fare politica occupandomi di vicende che riguardano la vita quotidiana delle persone, gli aspetti umani e i problemi di chi ha difficoltà. Il rischio della politica, infatti, è proprio quello di estraniarsi dal quotidiano. Qual è l?ostacolo che si rammarica di non aver superato, o la ?battaglia? persa cui teneva di più? C?è una cosa sola di cui mi rammarico, ed è il grande sacrificio che la scelta di dedicarmi alla politica ha chiesto soprattutto a mia madre. è il rammarico della mia vita: per seguire una cosa cui io tengo moltissimo, ho dovuto chiedere alla persona che vive con me il grande sacrificio della solitudine. Qual è, secondo lei, il passo in avanti più significativo che ha fatto il Terzo settore italiano negli ultimi 10 anni? L?essere diventato terzo, con pari dignità, rispetto allo Stato e al mercato. Partendo dallo spontaneismo è stato capace di strutturarsi diventando un soggetto riconoscibile e riconosciuto da tutti, acquisendo la coscienza di essere diventato una parte importante della vita sociale ed economica del Paese. Quale sarà secondo lei la sfida del Terzo settore nei prossimi anni? La sfida più grande sarà quella della libertà. Il Terzo settore dovrà cercare sempre più di reperire risorse economiche dal privato e sempre meno dal settore pubblico. In questa direzione va la legge sull?impresa sociale e quella sul volontariato che presenteremo in Parlamento a breve. Il Terzo settore se vuole essere veramente terzo deve essere alla pari con tutti gli altri e deve essere libero.


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