Disabilità

Negli “Appartamenti in centro”, l’autonomia si costruisce assieme

La cooperativa sociale Amicizia di Codogno ha avviato un progetto sul "dopo di noi" nel contesto di una sperimentazione della Regione Lombardia, grazie al quale 10 giovani autistici con un alto bisogno di assistenza riescono a vivere per contro proprio, col supporto di operatori e in programmi personalizzati

di Veronica Rossi

Quando una persona entra in una struttura residenziale, nella maggior parte dei casi si deve adattare al sistema e alla sua rigidità. Negli “Appartamenti in centro” della cooperativa sociale Amicizia di Codogno, invece, è il progetto che si cala sulla persona ed è costruito attorno a essa. Un importante cambio di prospettiva, adottato in un’esperienza, unica in Lombardia, di vita autonoma per giovani nello spettro autistico dai 24 ai 35 anni, nell’ottica del “Dopo di noi” e nell’ambito di una sperimentazione regionale.

«Siamo sul territorio dal 1983 e ci occupiamo molto di autismo», racconta Monica Giorgis, direttrice della cooperativa e responsabile del servizio. «Abbiamo lavorato molto per costruire insieme alle famiglie delle risposte sul “dopo di noi”: è sempre stato questo il nostro focus, su cui abbiamo investito tante risorse, non solo economiche, ma anche di pensiero, per costruire delle soluzioni il più personalizzate e individuali possibile». Negli anni la cooperativa ha costruito residenze sanitarie assistenziali per persone disabili, comunità, micro-appartamenti e co-housing.

«Nel 2018, dopo un convegno sul “dopo di noi”, un gruppo di famiglie ha chiesto di poter fare qualcosa insieme per il futuro dei figli», continua la direttrice. «Così ci siamo attivati, abbiamo preparato un progetto che è stato presentato alla Fondazione Cariplo; siamo andati in Regione e in Ats (Agenzia di tutela della salute, ndr) per presentare un pensiero nuovo rispetto a quello che veniva fatto in Lombardia: un progetto con le dimensioni di una casa, ma organizzato e costruito per rispondere ai bisogni di persone che hanno alto bisogno di sostegno e disturbi della sfera comportamentale».

Una naturale evoluzione delle iniziative che la cooperativa ha realizzato nel corso degli anni. Che non sarebbe stata possibile senza il supporto delle famiglie, che si sono impegnate in prima persona, con donazioni ma anche con banchetti, raccolte fondi, presenza e – soprattutto – coprogettazione. È così che la coop Amicizia ha potuto partecipare al bando di dismissione di un’immobile – la sede dell’ex procura di proprietà del Comune di Codogno – per farne una grande casa, con tre unità abitative e degli spazi per dei percorsi terapeutici ed educativi. Gli appartamenti possono ospitare un totale di 10 persone – due sono da tre e uno da quattro –, con un posto di sussidiarietà, finanziato dagli altri per un giovane che non aveva le risorse economiche per contribuire all’acquisto dell’immobile e alle spese. Piano piano gli inquilini hanno iniziato a passare sempre più tempo nei nuovi spazi, ma era ancora necessario arrivare a una sostenibilità economica, arrivata grazie alla Delibera della giunta regionale – Dgr 7429 del 2022, che ha avviato una sperimentazione legata al Fondo unico disabilità in attuazione della legge 112/2016. A maggio 2023, dopo una manifestazione di interesse da parte della cooperativa, la sperimentazione è diventata attiva.

Un letto sulla sinistra con un copriletto colorato, sopra e attorno dei peluche

Ora i dieci giovani, pur avendo alto bisogno di sostegno, vivono in autonomia, avendo però garantita la presenza costante di operatori ed educatori per tutte le loro necessità. Il progetto mira a renderli protagonisti della loro vita e ad aiutarli a vivere una dimensione un po’ più sociale. «Creiamo momenti di convivialità, anche con le famiglie», spiega Giorgis, «che possono entrare senza le rigidità che ci sono in altre realtà inserite in un sistema più normato. Non ci sono minutaggi fissi o orari di rientro prestabiliti. Tutto è adattato sulle esigenze della persona, siamo meno imbrigiliati nel proporre attività adeguate per ciascuno».

Le attività proposte sono tante, dall’arte alla musica, passando per lo shiatsu, il lavoro in cascina e la frequentazione delle piscine sul territorio. C’è anche una stanza multisensoriale, pensata per favorire il benessere delle persone autistiche. Attorno al progetto si è formata una rete tra pubblico e privato sociale, a cui partecipano anche le famiglie e il tessuto sociale di Codogno e di vari luoghi della Lombardia. «Ogni famiglia ha promosso delle piccole o grandi iniziative per contribuire alla realizzazione di “Appartamenti in centro”», dice la responsabile. «Una di queste, per esempio, qualche mese fa ha avuto un contributo di quasi 4mila euro, che ci ha permesso di comprare una “bici degli abbracci”, un tandem con pedalata assistita fatta apposta per persone con difficoltà, che possono andare in bicicletta in sicurezza con un altro». Un progetto davvero partecipato, quindi, in cui le famiglie non sono solo beneficiarie, ma anche promotrici attive e attori coinvolti in prima persona nell’organizzazione della vita degli appartamenti.

Due persone in una stanza con parquet, in mezzo c'è una rete, una persona ha una palla

La sperimentazione prevede una durata triennale, ma la cooperativa – insieme ai familiari e ai giovani coinvolti – è decisa ad andare avanti anche nel caso in cui si esaurisse l’impegno della Regione. «Sulla pelle della gente non si scherza», commenta Giorfis, «i ragazzi hanno bisogno di continuità. Questa ormai è la loro casa; sappiamo che si tratta di una sperimentazione e che quindi ci sono delle incognite, ma speriamo di riuscire a trovare delle risorse da spostare a servizio di un progetto che riteniamo sia di qualità e stia dando frutti importanti».

Foto nell’articolo fornite dalla cooperativa sociale Amicizia

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