Welfare

La Cina scampa condanna per violazioni diritti umani

È la decima volta in 12 anni. La risoluzione era stata presentata alla Commissione dell'Onu per i diritti umani dagli Stati Uniti

di Gabriella Meroni

La Cina canta vittoria per la decima volta in 12 anni nei confronti degli Stati Uniti e della loro risoluzione di condanna presentata alla Commissione dell’Onu per i diritti umani. Il governo cinese e’ riuscito infatti ad ottenere, con 23 voti a favore e 17 contro, 12 astenuti, che venisse approvata la mozione di ”no action” e che quindi la risoluzione americana non fosse neanche discussa dai 53 Paesi membri della Commissione di Ginevra. E’ dal 1989, anno della violenta repressione della manifestazione studentesca sulla piazza Tienanmen di Pechino, che la Cina riesce a bloccare la risoluzione di condanna, che gli Stati Uniti quest’anno hanno presentato individualmente. E, secondo alcuni osservatori, e’ stata avvantaggiata anche dal fatto che gli Stati Uniti non hanno esercitato forti pressioni data la crisi sinostatunitense in corso a seguito dell’aereo spia americano. Attraverso l’agenzia di stampa cinese Xinhua, il portavoce del ministero degli esteri cinese, la signora Zhang Qiyue ha espresso ”ammirazione ed ha ringraziato” i delegati di quei paesi che hanno appoggiato la mozione di Pechino. Ed un editoriale del Quotidiano del Popolo, organo del Partito Comunista Cinese, ha suggerito agli Stati Uniti di guardare alle proprie violazioni dei diritti umani prima di criticare gli altri. E il quotidiano in lingua inglese Chiana Daily ha invece fatto chiaro riferimento ai recenti incidenti di Cincinnati: ”Ridicoli ed ipocriti gli Stati Uniti non sono in grado di affrontare le violazioni dei diritti umani al proprio interno ed accusano e condannano altri paesi”, si legge sul quotidiano. L’ambasciatore cinese all’Onu, Qiao Zonghuai, ha seccamente criticato gli Stati Uniti per la loro parzialita’ nel condannare le violazioni dei diritti umani ed ha accusato Washington di attuare una ”discriminazione razziale”. ”In nome del cosidetto diritto di spiare, Washington ha violato con un aereo militare la sovranita’ territoriale ed i diritti del popolo di un altro paese”, ha detto ancora l’ambasciatore cinese. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Richard Boucher, ha riferito che per gli Stati Uniti puo’ comunque considerarsi una vittoria dato che l’obiettivo e’ quello di ”incoraggiare” la Cina a migliorare la situazione dei diritti umani, attualmente peggiore rispetto anni passati. La risoluzione americana condannava la Cina per le pesanti repressioni nei confronti di movimenti come Falun Gong e nei confronti dei tibetani, dei buddisti e delle religioni cristiane.


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