Formazione

Diventare azienda grazie a Vita, garzantina del sociale

Giorgio Fiorentini. è stato il decennio del privato sociale. Che ha imparato a interloquire con pubblico e profit. Grazie a tre parole chiave.

di Giorgio Fiorentini

I dieci anni di Vita sono anche parte dei miei dieci anni di vita universitaria e professionale.Infatti si intrecciano fra loro in modo serrato: curiosità intellettuale, studio, ricerca, università, master, formazione, convegni e quant?altro utile (forse) e necessario (sicuramente) per la crescita di un attore economico e sociale denominato azienda non profit e oggi impresa sociale.
Vita esprime cultura, non solo tramite le considerazioni dei suoi giornalisti, ma è diffusore pervasivo della cultura degli studiosi, degli operatori, del management , dei politici e del ?sistema Terzo settore?. Con Vita e il mio gruppo di colleghi in Bocconi ho curato una piccola ?enciclopedia? del non profit sulle tecniche di gestione delle organizzazioni che già chiamavamo ?aziende non profit?.

Il profitto del non profitto
La rubrica, che poi diventò anche un libro, si intitolava Come si fa? ed era un modo diretto e, spero, comprensibile per ?insegnare? tecniche di gestione delle non profit, ma anche sviluppo di una nuova cultura che riusciva a integrare e conciliare i contenuti dell?ossimoro ?profitto del non profitto?. Inoltre raggiungere e gestire in modo integrato la ?sacralità? dei fini con la strumentalità ?profana? dei mezzi utili per dare continuità a queste organizzazioni di volontariato e dotate di buona volontà. Ma faticosamente gestibili! Mi piace ricordare un articolo dal titolo Economia solidale in cui si annunciava il Master in management delle aziende non profit (oggi alla settima edizione).

Le parole chiave
Da economista aziendale del non profit evidenzio alcune parole-concetti chiave di questi dieci anni che hanno trovato in Vita cassa di risonanza.
Organizzazione. Con una migliore organizzazione si raggiungono più velocemente e con maggiore efficienza/efficacia i contenuti della propria ?mission?. Organizzarsi in funzione del ?ciclo di vita? della propria organizzazione e quindi avere assetti di relazioni interne che creano una struttura stabile. Organizzare i dipendenti funzionali della non profit (volontari e no) secondo meccanismi operativi di ?gestione del personale?.
Sussidiarietà aziendale. Il sistema di welfare community non si limita alla tutela tradizionale, previdenziale, socio-assistenziale, sanitaria e ?riparativa? ma assistiamo a un allargamento degli ?interventi del sistema pubblico e privato? in settori sempre più ?laici?. Questi concetti incrementano la loro concretezza tramite l?attivazione della ?sussidiarietà (orizzontale-verticale) aziendale?. Se è vero che il sistema territorio e ?community? è composto da imprese private, aziende pubbliche e aziende non profit-cooperative, la filiera sussidiaria fra pubblico-privato, pubblico-pubblico e privato-privato si realizza tramite ?leganti simmetrici aziendali? (coerenza e coesione di sistemi di gestione, compatibilità comunicativa, integrazione degli asset finanziari, continuità di gestione delle risorse umane). In questo modo si realizza la ?sussidiarietà aziendale? e si raggiungono risultati valutabili e controllabili.
Corporate sociale responsibility (csr) e impresa sociale. L?emergere della responsabilità sociale di tutti gli attori economici ha sviluppato un interesse puntuale riguardo al rapporto con le aziende non profit. Esse infatti possono assumere un ?ruolo alveo e diffusione? qualora le imprese di profitto finanzino-collaborino e coinvolgano le non profit nella concretizzazione della loro funzione sociale anche tramite campagne commerciali, d?immagine (cause related marketing) o di incremento degli standard socio-economici.

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