Mondo
Si è chiuso il Vertice straordinario di Monterrey
Il documento finale contiene un appello ad azioni contro ''la poverta', la fame e le ineguaglianze sociali'
Con il varo della dichiarazione politica finale, s’e’ concluso oggi a Monterrey, nel nord del Messico, il Vertice delle Americhe straordinario, convocato per affrontare le emergenze del Continente. Da quanto si apprende dalle prime agenzie, il documento finale contiene un appello ad azioni contro ”la poverta’, la fame e le ineguaglianze sociali”.
I leader dei 34 Paesi che hanno partecipato al vertice hanno ribadito il loro sostegno a un’area di libero scambio continentale (Ftaa), ma non ne hanno fissato una scadenza d’avvio precisa. La formula appare una parziale sconfitta degli Stati Uniti, che tenevano a ribadire l’impegno ad avviare l’Ftaa all’inizio del 2005, ed e’ una concessione ottenuta dai Paesi piu’ cauti sull’impatto economico e sociale dell’iniziativa, come Brasile e Venezuela, i cui leader – s’e’ appreso – hanno accusato gli Usa, nel corso del dibattito, di avere imposto ”politiche perverse” ai propri partner.
Il documento finale comporta un’altra rinuncia da parte degli Stati Uniti: non prevede la messa al bando da futuri vertici di questo genere dei governi corrotti, di fatto aggiungendo la corruzione alla mancanza di democrazia come clausola per l’esclusione dall’Osa, l’Organizzazione degli Stati americani, ma si limita a stabilire che i Paesi discutano del problema. Il presidente del venezuela Hugo Chavez, che ha firmato il documento, sia pure con riserva, chiedeva la costituzione di un fondo umanitario da usare in caso di catastrofi naturali, o di crisi finanziarie. La proposta non e’ stata accettata, ma e’ stato convenuto di discuterne.
E nel corso del vertice è andata in scena anche la storica querelle tra Bolivia e Cile sull’accesso al mare.
Il presidente della Bolivia Carlos Mesa ha cercato di mettere in discussione al Vertice delle Americhe di Monterrey la questione dell’accesso al mare del suo Paese, ma il presidente cileno Ricardo Lagos s’e’ opposto in modo netto. Lo riferiscono fonti presenti alla sessione plenaria in cui lo scambio di battute s’e’ svolto. Mesa ha lanciato un appello al suo collega, perche’ la richiesta della Bolivia di accesso al mare trovi ”una soluzione definitiva” in un contesto multilaterale o con la garanzia di Paesi amici. Lagos ha replicato che il Vertice non era il foro adeguato, proponendo a sua volta a Mesa ”il ristabilimento immediato” delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Ci sono stati applausi, dopo l’intervento di Lagos, ma Mesa ha risposto che il ristabilimento delle relazioni diplomatiche, che pure e’ ”un desiderio ardente” della Bolivia, non potra’ avvenire che una volta risolto il problema dell’accesso al mare. Le relazioni diplomatiche tra la Bolivia e il Cile, che conservano, pero’, rapporti consolari, sono rotte dal 1978, quando fallirono le trattative sull’accesso al mare tra gli allora dittatori dei due Paesi, Hugo Banzer e Augusto Pinochet.
La disputa e’ vecchia di oltre 120 anni e data precisamente dalla Guerra del Pacifico del 1879: il Cile s’impossesso’ allora della striscia di terra ora rivendicata dalla Bolivia. La questione s’e’ ravvivata dopo la rivolta in Bolivia che, l’ottobre scorso, indusse alle dimissioni il presidente Gonzalo Sanchez de Losada: una delle ragioni della rivolta era proprio l’opposizione a un piano di Sanchez de Losada di esportare gas verso gli Stati Uniti attraverso il Cile.
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