Europee, i candidati sociali

Humberto Insolera (Pd): «Un’Europa inclusiva è nell’interesse di tutti»

Humberto Insolera è membro dell'European Disability Forum e candidato alle prossime elezioni europee con il Pd. «Le persone con disabilità sono il 15% della popolazione europea, un numero che dice l'importanza di lavorare per i loro diritti: questo è il momento di fare proposte nuove», dice. Ricordando che «i miglioramenti in termini di accessibilità e inclusività sono utili per tutti». Inizia con lui il "faccia a faccia" di VITA con i candidati provenienti dall'associazionismo

di Sara De Carli

Humberto Insolera EDF Pd 2023

Humberto Insolera è una persona sorda, con ruoli chiave nell’European Disability Forum. La dimensione inclusiva e quella internazionale, per lui, sono pane quotidiano. Corre alle prossime elezioni europee con il Pd, nella circoscrizione Centro. «Le persone con disabilità in Europa rappresentano il 15% dell’intera popolazione, il che sottolinea l’importanza di lavorare per promuovere i loro diritti, garantendo a ciascuno un futuro dignitoso e paritario», dice. «Attenzione però, è essenziale riconoscere che un’Europa inclusiva e giusta è nell’interesse di tutti. Tale impegno andrà a beneficio alle persone con disabilità, ma porterà vantaggi tangibili anche ad altri settori della società».

 «La mia storia inizia a Buenos Aires, Argentina, da genitori sordi italiani e argentini. Da oltre tre decenni, risiedo in Italia. I valori che mi hanno plasmato sin dalla giovane età sono quelli dell’ottimismo e del duro lavoro, ereditati dai miei genitori»: ci racconta qualcosa di lei, per conoscerla meglio?

Sin da giovane, essendo una persona sorda, mi sono ritrovato ad affrontare numerose sfide essendo stato vittima di audismo (qui un video che spiega cos’è l’audismo, ndr). Con la guida della mia famiglia, forte e determinata, sono riuscito a proseguire gli studi e a laurearmi in Scienze Politiche con un focus sulla politica internazionale, diritti umani e diplomazia presso diverse università italiane e estere: grazie alle tante esperienze all’estero che da sempre ho vissuto, oggi parlo otto lingue. Nel mio percorso lavorativo ho ricoperto vari ruoli (consulente, esperto, relatore, professore, formatore) presso istituzioni accademiche, organizzazioni di persone con disabilità, agenzie delle Nazioni Unite e istituzioni europee, affrontando questioni cruciali come famiglia, istruzione, l’accessibilità e diritti dei cittadini definiti “vulnerabili”. Ho sempre cercato di superare pregiudizi e stereotipi, incentrando le mie attività verso la promozione di una maggiore consapevolezza della diversità. Attualmente, sono membro del Forum Europeo sulla Disabilità-Edf, l’organizzazione non profit che rappresenta le oltre 100 milioni di persone con disabilità in Europa e le loro relative associazioni.

Come si è avvicinato all’associazionismo?

Mi sono avvicinato all’associazionismo fin da giovane: dapprima in istituto e successivamente nei contesti accademici presso cui mi sono formato e dove, per anni, ho svolto ruoli di rappresentanza. Questa esperienza mi ha permesso di riflettere sull’importanza della condivisione della conoscenza e della consapevolezza. Nel corso degli anni ho lavorato con varie associazioni a livello nazionale, europeo e internazionale, maturando una vasta esperienza nel settore. Attualmente in Edf mi impegno per promuovere l’inclusione delle persone con disabilità, collaborando strettamente con le istituzioni e le agenzie dell’Unione europea e delle Nazioni unite. Dal 2017 ricopro anche l’incarico di focal point del Gruppo Esperti di Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) e del Comitato Giovani. La collaborazione all’interno del nostro team, che ripeto rappresenta oltre 100 associazioni nazionali ed europee, è fondamentale: insieme lavoriamo per rendere maggiormente efficaci le politiche europee e internazionali a favore dell’inclusione delle persone con disabilità.

Quali sono le battaglie che l’hanno maggiormente impegnata?

A livello europeo ho contribuito ad istituire una giornata interamente dedicata alla celebrazione delle lingue dei segni nazionali, nota oggi come “Giornata Europea delle Lingue”. Ho anche condotto attività di lobbying per promuovere la “Dichiarazione Scritta sull’accessibilità dei servizi di emergenza 112 per tutti”, che è la dichiarazione più supportata del VII Parlamento europeo. Inoltre, in qualità di focal point del gruppo di lavoro su TIC all’interno dell’European Disability Forum, ho contribuito all’elaborazione e alla stesura del testo sulle linee guida dell’accessibilità e ad altre normative europee ad essa relative, tra cui l’Atto europeo sull’accessibilità, la Direttiva Ue sull’accessibilità dei siti web e delle app, la Direttiva Ue sui servizi di media audiovisivi e il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche. solo per citarne alcune.

Sono orgoglioso di ciascun successo ottenuto fino ad ora per la promozione di contesti maggiormente accessibili. Il nostro coinvolgimento ha portato a miglioramenti concreti che sono utili per tutti

Qual è un risultato che le piace citare, per dire come il suo impegno abbia fatto la differenza?

Sono orgoglioso di ciascun successo ottenuto fino ad ora, merito dello sforzo congiunto di un team di lavoro, per la promozione di contesti maggiormente accessibili, che tengano conto delle varie esigenze dei cittadini. Il nostro coinvolgimento attivo ha portato a miglioramenti concreti che sono utili per tutti. Un esempio tangibile è il traguardo raggiunto con la creazione del numero unico di emergenza 112, un servizio inclusivo a 360° che favorisce una comunicazione accessibile e totale includendo la possibilità di ricevere ed effettuare una chiamata silenziosa (videochiamata), vocale e tramite chat. Mi rendo conto, tuttavia, che ci sia ancora molto da fare. Perciò in questo momento è molto importante avanzare proposte e modifiche delle normative europee e non solo.

Si dice sempre che si impara più dai fallimenti che dai successi: il suo qual è?

Ho imparato che i fallimenti possono essere un’ottima opportunità di crescita, in quanto permettono di cercare altre vie. Agli albori della mia carriera accademica la mancanza di interpreti di Lingua dei Segni presso le università che ho frequentato mi ha spinto a cercare soluzioni e rimedi alternativi come la stenotipia, la trascrizione vocale o altre innovazioni: questo mi ha comunque permesso di constatare che ci sono molteplici opzioni per raggiungere una meta, purché si sia determinati e resilienti nel farlo.

C’è ancora molto da fare. Perciò in questo momento è molto importante avanzare proposte

Perché si candida al Parlamento europeo? Quale contributo vuole portare?

La mia candidatura al Parlamento europeo mira a promuovere l’accessibilità e l’inclusione, attraverso approcci innovativi. Fino ad oggi nessuna persona sorda e/o con disabilità italiana è riuscita ad entrare nel Parlamento europeo, evidenziando la necessità di cambiamento in questo ambito. La diversità è un pilastro fondamentale su cui si basa l’odierna società europea e mi impegno a formulare proposte legislative che favoriscano un accesso equo alle risorse e promuovano l’inclusione di tutte le persone, comprese quelle facenti parte di comunità più marginalizzate. Intendo inoltre monitorare attentamente l’allocazione dei fondi dell’Ue per garantirne una distribuzione paritaria ed efficiente. Il coinvolgimento attivo di esperti nelle rispettive aree sarà essenziale per sviluppare politiche europee informate e strategiche.

In cosa la sua provenienza dal sociale è un valore aggiunto?


La mia provenienza dal sociale, maturata e vissuta in particolare in contesti che ancora oggi non beneficiano di una piena accessibilità, può rappresentare un vero e proprio “valore aggiunto” per la società nel suo complesso. Cito, per rendere maggiormente l’idea, il concetto noto come “deaf/disability gain”: gli strumenti alternativi progettati per rispondere alle esigenze specifiche delle persone con disabilità e diffusi nei contesti pubblici e privati (come la trascrizione automatica in tempo reale, i sottotitoli e le rampe per le persone con disabilità motoria) giovano all’intera comunità e non soltanto agli individui per cui inizialmente sono stati pensati. Queste soluzioni non solo garantiscono maggiore accessibilità a coloro che ne hanno bisogno, ma anche al resto della società. Ciò evidenzia il valore intrinseco della diversità, da intendersi come vera e propria fonte di arricchimento collettiva.

La mia candidatura mira a promuovere l’accessibilità e l’inclusione, attraverso approcci innovativi

Cè un obiettivo specifico, legato al mondo della disabilità che rappresenta, per cui pensa di lavorare?

Sicuramente! Le persone con disabilità in Europa rappresentano il 15% dell’intera popolazione, il che sottolinea l’importanza di lavorare per promuovere i loro diritti, garantendo a ciascuno un futuro dignitoso e paritario. Se sarò eletto al Parlamento europeo mi impegnerò a portare avanti questa mia missione: non solo salvaguarderò ed eventualmente  migliorerò le iniziative esistenti, ma lavorerò per introdurre anche azioni inedite, in linea con la strategia europea sull’inclusione delle persone con disabilità e il Manifesto dell’Edf. Credo fermamente che tale impegno andrà a beneficio alle persone con disabilità, ma porterà vantaggi tangibili anche ad altri settori della società. È essenziale riconoscere che un’Europa inclusiva e giusta è nell’interesse di tutti, e mi impegnerò a lavorare in quest’ottica, per il bene comune di tutti i suoi membri.

Le persone con disabilità sono il 15% della popolazione europea, il che sottolinea l’importanza di lavorare per promuovere i loro diritti

Quali saranno le sue priorità?

Consultare e coinvolgere attivamente i soggetti esperti su questioni altamente specifiche, analizzare le proposte legislative dell’Ue per individuare e correggere eventuali discriminazioni, elaborare le  linee guida e le raccomandazioni volte a garantire maggiore accessibilità nei vari Paesi membri e, non per ultimo, rafforzare e rendere maggiormente efficiente il monitoraggio dell’allocazione dei fondi dell’Ue per garantirne un utilizzo equo ed efficace. Al centro delle mie attenzioni vi è il miglioramento della qualità di vita dei gruppi maggiormente e notoriamente più esclusi, quali le persone con disabilità, gli anziani, i giovani, la comunità lgbtqi+, i migranti: e non parlo solo di fornitura di fondi, servizi e assistenza adeguati. Intendo creare un ponte tra famiglie, scuole di ogni ordine e grado, attività lavorative e imprese, adottando e prendendo in considerazione idee e tecnologie innovative già in uso nei Paesi dell’Europa del Nord che mirano ad ottimizzare i processi e rendere l’intero sistema più accessibile e conveniente per ciascuno.

VITA ha dedicato il numero di maggio alle prossime elezioni europee, individuando cinque temi cruciali. L’economia sociale, il green deal, la difesa comune non armata, la gestione delle migrazioni, l’attenzione per le nuove generazioni con il sostegno all’attuazione della Child guarantee, l’introduzione (promessa) dello Youth check e una cornice comune che faciliti nei singoli paesi l’assunzione di politiche più incisive per la natalità. Quali sono le sue idee in merito?

Su questi temi cruciali penso sia essenziale cooperare a livello internazionale per sviluppare soluzioni ideali e inclusive, promuovere la formazione e la sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza e la solidarietà, nonché sviluppare politiche specifiche per garantire l’accesso, la sicurezza e la mobilità. Questo richiede azioni concrete, quali finanziamenti/agevolazioni fiscali e monitoraggio efficace delle politiche adottate. In tal modo, possiamo lavorare insieme per creare un’Europa all’avanguardia e che si mostri, di conseguenza, innovativa e inclusiva.

Per promuovere l’economia sociale occorre offrire formazione continua e supporto tecnico, per aumentare la capacità gestionale delle imprese sociali

Per promuovere l’economia sociale, possiamo fornire sostegno istituzionale attraverso incentivi fiscali e finanziamenti mirati, favorire la partecipazione delle comunità locali e dei cittadini nella definizione delle politiche economiche, garantire un accesso equo ai finanziamenti, offrire formazione continua e supporto tecnico ai referenti per aumentare la capacità gestionale delle imprese sociali, promuovere politiche per incentivare una maggiore inclusione sociale e collaborare con altri paesi per trovare insieme una chiave che porti all’innovazione sociale.

Per realizzare il Green Deal, occorre anzitutto ispirarci all’esempio dei paesi più innovativi, che già da tempo si impegnano a implementare politiche per le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la costruzione di piste ciclabili e la diffusione di trasporti sostenibili, nonché investimenti in infrastrutture agevoli per il trasporto pubblico. Questo include incentivi per l’uso di energie rinnovabili, regolamentazioni edilizie stringenti per ridurre i consumi energetici, il riciclo dei rifiuti e campagne di sensibilizzazione per coinvolgere cittadini e imprese nella transizione verso un’economia verde.

Sosteniamo l’idea di una difesa comune non armata. Vogliamo promuovere il disarmo e il controllo degli armamenti

Per garantire la sicurezza dell’Europa, sosteniamo l’idea di una difesa comune non armata basata sulla cooperazione tra Stati membri e sull’uso di strumenti diplomatici e di mediazione per risolvere le controversie internazionali. Vogliamo promuovere il disarmo e il controllo degli armamenti, investendo invece in misure di prevenzione dei conflitti e nella promozione della pace.

Per affrontare la questione delle migrazioni in modo umanitario ed efficace proponiamo di promuovere la solidarietà tra Stati membri e di adottare politiche di accoglienza e integrazione basate sui diritti umani e sul rispetto della dignità delle persone migranti. Inoltre, vogliamo combattere le cause profonde delle migrazioni, come la povertà e i conflitti, attraverso la cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile.

Per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni, ci impegniamo a promuovere l’istruzione, la formazione professionale e l’accesso al lavoro dignitoso per i giovani. Vogliamo sostenere l’attuazione della Child Guarantee e introdurre lo Youth Check per accertarci che i giovani abbiano accesso a servizi e opportunità adeguate alle loro esigenze. Inoltre, vogliamo creare una cornice comune che faciliti l’adozione di politiche più incisive per la natalità, garantendo un sostegno adeguato alle famiglie e creando un ambiente favorevole alla crescita e allo sviluppo dei bambini.

Abbiamo dedicato il numero di VITA magazine “L’Europa da rifare” ai più rilevanti temi sociali da approfondire in vista delle elezioni europee del prossimo giugno. Se sei abbonata o abbonato a VITA puoi leggerlo subito da qui. E grazie per il supporto che ci dai. Se vuoi leggere il magazine, ricevere i prossimi numeri e accedere a contenuti e funzionalità dedicate, abbonati qui.

Foto di Michael Chia

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