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Baby calciatori truffati scoperti a Torino
Erano stati attirati in Italia dal Camerun con il miraggio di un posto in squadra. Ma era tutto falso. Ora sul caso indaga Guariniello
Quattro giovani camerunensi erano partiti dal continente nero per raggiungere il Paese del campionato più bello del mondo. Un figuro aveva promesso loro mari e monti: giocherete in un famoso club, gli aveva detto. Loro, con l’ingenuità dei quindicenni, avevano abboccato.
E le famiglie si erano dissanguate pur di accontentare i loro ragazzi: hanno venduto tutto ciò che possedevano per raggranellare i trenta milioni richiesti dal personaggio per organizzare un provino con “una grande squadra di calcio”.
Nessuna squadra, invece. E niente di grande, a parte la mancanza di scupoli del sedicente manager. Il quale, intascato il gruzzolo, è sparito. E i quattro, sbarcati a Padova dopo una tappa in Francia, hanno trovato un’amarissima sorpresa: ad aspettarli non c’era nessuno. Adesso i giovani camerunensi sono ospiti del Comune di Torino, che ha trovato loro una sistemazione provvisoria in attesa di organizzarne il rimpatrio.
Sul caso ora indaga Guariniello, che vuole vederci chiaro e portare finalmente alla luce la vergognosa tratta dei baby calciatori, ultima follia di un pallone che rimbalza sempre di più verso la direzone sbagliata.
Dietro ci sarebbe una vera e propria organizzazione, visto che i ragazzi hanno detto di essere stati ospitati in un primo tempo in appartamenti di bianchi. Guariniello si è anche interessato a bimbi arrivati dal Giappone e dall’Australia e parcheggiati in una scuola calcio satellite del Torino (vecchia gestione).
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