Non profit

Quattro

Inizia un anno all’insegna di un numero importante. Un numero che per gli antichi si associava con impegno. E con maturità.

di Alter Ego

Non solo quattro gli evangelisti, quattro i cavalieri dell?apocalisse, quattro le virtù cardinali, quattro le classificazioni dell?anima medievale, quattro le regole per l?ascesi Vipassiana, quattro i punti cardinali, quattro le stelle fisse, quattro i nodi lunari, quattro i depositari delle case dello zodiaco, quattro i gradi zodiacali, quattro gli elementi primordiali. Ma ormai anche quattro nel senso di duemilaquattro. E chi l?avrebbe mai detto soltanto nel novanta e quattro.
Comunque, quattro non è uno scherzo. Secondo la scuola pitagorica quattro è il numero che significa sicurezza, lavoro, pragmaticità. Ma anche bigottismo, inquietudine, incapacità di rischiare. Senofane di Colofone attribuiva al numero quattro il significato dello sforzo, della rinuncia. Per Anacarsi era la stabilità, la capacità di portare a termine quello che ci si prefigge. Il medioevo cristiano, ma soprattutto la mistica di Bonaventura da Bagnoregio lo faceva assimilabile a chi non sta mai sugli allori. Per Paracelso all?amante del quattro niente viene facile, ma tutto viene superato grazie alla sua grandissima forza di volontà.
Una cosa per gli antichi era certa: chi amava il quattro non era mai stato il primogenito, e se lo era stato, non era mai stato il figlio favorito.
Per Meister Eckart al numero quattro si associano Saturno, l?asse IV-X e i segni di terra. Non si capisce, però, perché la scuola eleatica vedeva negli amanti del numero quattro chi ha dovuto badare ai fratelli più piccoli dovendo acquisire subito un grande senso di responsabilità.
Quattro è stato, insomma, molto poco bambino. E questa è la cosa più probabile per il duemilaquattro.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.