Comitato editoriale AiBi
Con la Nigeria, adozioni possibili in quattro paesi africani
Nuovo accreditamento per Amici dei Bambini, che ora potrà realizzare adozioni internazionali anche in Nigeria, il paese più popoloso dell'Africa
di Redazione
È il Paese più popoloso dell’Africa, con quasi 220 milioni di abitanti e un tasso di crescita demografica del 2,41% annuo. In prospettiva, potrebbe diventare il terzo Paese più popoloso del mondo. Numeri che inevitabilmente porranno nuove sfide: inevitabilmente, con una popolazione così numerosa, le situazioni di abbandono rispetto all’infanzia in grave difficoltà familiare sono destinate a moltiplicarsi. Stiamo parlando della Nigeria, paese in cui Amici dei Bambini-Ai.Bi. è ora accreditata ad operare come ente autorizzato alle adozioni internazionali. «Fermo restando che l’adozione internazionale rimane l’estrema ratio di un percorso che deve partire dal rafforzamento delle politiche sociali interne e dalla sensibilizzazione per l’adozione nazionale», spiega l’associazione che da 40 anni lavora per garantire ai bambini abbandonati il diritto di essere figli, «anche l’adozione internazionale potrà essere decisiva per ridare a quanti più bambini possibile – idealmente, a tutti – la possibilità di avere una famiglia che li ami e si prenda cura di loro. Il lavoro sarà sicuramente lungo, ma se intrapreso mantenendo ben salda l’ottica del maggiore interesse dei minori, potrà aprire una strada sempre più importante per il futuro di tanti bambini nigeriani e di tante coppie italiane che desiderano accogliere un figlio e formare una famiglia».
In Africa, Ai.Bi. è già accreditata in Ghana, Burundi e Repubblica del Congo. Salgono così a 4 i Paesi africani in cui è possibile adottare. Come tutti i Paesi, anche la Nigeria ha delle norme precise che regolano l’adozione, che si aggiungono a quelle rochieste in Italia per poter accedere all’adozione: i genitori adottivi devono essere sposati e avere entrambi un’età minima di 25 anni. Dal momento della consegna dei documenti della coppia sul Paese, deve passare un anno di tempo prima che possa iniziare la vera e propria fase di abbinamento con la bambina o il bambino individuato e proposto dalle autorità competenti. L’abbinamento può richiedere dalle 2 settimane ai 2 mesi di tempo e, una volta accettato, prevede che la coppia parta per la Nigeria e vi resti per un periodo di circa 3 mesi: sei settimane sono quelle necessarie per l’affiatamento con il bambino, mentre le successive sono richieste per l’espletamento delle varie pratiche burocratiche. «Sulla carta questi tempo possono spaventare, ma se rapportati a un vita intera – quella della famiglia che nasce e, a maggior ragione, quella del minore che in questo modo ha la possibilità di rinascere figlio – appaiono un tempo ragionevole».
Le coppie che desiderassero maggiori informazioni in merito alle adozioni internazionali in Nigeria, possono scrivere a adozioni@aibi.it oppure a margherita.plotti@aibi.it.
Foto di sheyi owolabi su Unsplash
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.