Welfare

Caso Sofri. Boato: “An, basta con l’ipocrisia”

L'ideatore del provvedimento che mira ad attribuire al solo Ciampi il potere di grazia al fine di liberare Sofri attacca il partito di Fini e la Cdl

di Ettore Colombo

Il presidente del gruppo Misto della Camera Marco Boato critica gli esponenti di Alleanza Nazionale, come il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che ”continuano a sparare a zero” contro la sua proposta di legge per attribuire esclusivamente al Capo dello Stato il potere di concedere la grazia. ”Vedo che ogni giorno – dichiara Boato – c’e’ qualche esponente di An che spara anticipatamente a zero contro la legge sui poteri presidenziali in materia di grazia, a quanto pare, in certi casi, senza neppure averla letta e senza conoscere la natura giuridica dell’istituto della grazia”. ”La proposta di legge che ho presentato – aggiunge il deputato verde – riguarda in generale i poteri presidenziali sanciti in Costituzione. Sara’ il presidente della Repubblica e solo lui a decidere come esercitarli e nei confronti di quali condannati: questo non puo’ essere oggetto di contrattazione politica a pena di snaturare l’istituto stesso”. L’unica proposta veramente ad-personam, ”ma in senso contrario e preclusivo” e’, per Boato, ”quella che pretenderebbe di ripristinare il codice fascista Rocco che prevedeva l’obbligo della domanda secondo la logica di uno stato etico e totalitario”. L’attuale codice di procedura penale, ricorda il parlamentare, prevede invece che la grazia possa essere concessa anche in assenza di domanda o proposta. E questa, afferma Boato riferendosi sempre all’emendamento che intende presentare An al provvedimento e che punta a rendere la richiesta dell’ interessato requisito indispensabile per ottenere la grazia, ”e’ la logica di uno Stato costituzionale di diritto, di un’ autentica concezione liberal-democratica”. ”Sarebbe singolare immaginare nel 2004 – dichiara ancora il presidente del gruppo Misto – di ritornare, dai principi dello Stato di diritto, a quelli dello Stato etico: giustamente lo storico Carlo Ginzburg ha rievocato i processi dell’inquisizione ed altri, quelli staliniani, degli anni ’30”. Per quanto riguarda i provvedimenti a carattere generale come indulto o amnistia per gli anni di piombo, di cui hanno parlato in questi giorni alcuni esponenti di An, Boato ricorda che si tratta di materia di esclusiva competenza del Parlamento e non del capo dello Stato. ”Chi ne parla – spiega il deputato – dimentica che An si e’ finora opposta ad una mia proposta di legge costituzionale di riforma dell’art. 79 della Costituzione, unica strada per rendere praticabili eventuali iniziative in questo senso”. ”Sarebbe dunque opportuna – sottolinea – minore ipocrisia politica e soprattutto minore strumentalizzazione ideologica”. Ma Boato risponde anche a chi, come il deputato di Forza Italia Carlo Taormina, ha suggerito che l’obbligo di domanda della grazia possa essere accompagnato dalla rivendicazione di innocenza del condannato: ”Si tratterebbe – osserva il parlamentare verde – di un ulteriore stravolgimento, questo si’ incostituzionale, dell’istituto della grazia che non e’ e non puo’ diventare una sorta di ulteriore grado di giudizio”. ”Chi e’ condannato definitivamente – conclude – in uno Stato democratico ha pieno diritto di continuare ad affermare la propria innocenza pur espiando la condanna inflittagli anche se ritenuta ingiusta. Questo e’ un comportamento ‘socratico’ che fa onore a chi lo mette in atto. Ma non puo’ essere questo il criterio di giudizio del capo dello Stato che con la grazia non attua un ulteriore intervento giurisdizionale, ma esercita un potere discrezionale basato su principi di umanita’ e di concezione costituzionale della pena”.


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