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E il terzo figlio vince

Sgravi fiscali, assegni, bonus, sconti sulle tariffe e integrazioni salariali alle madri dopo il parto.

di Giampaolo Cerri

Famiglie italiane, trasferitevi a Remanzacco. Il paese friulano di cinquemila anime a due passi da Udine è diventato la capitale dell?Italia familiare. Da un mese, infatti, il Comune ha varato un piano di sostegno alla famiglia che prevede un dono alla nascita del terzo figlio (2 milioni sponsorizzati dal locale Credito cooperativo), scuola per genitori (coordinata da un padre salesiano), tariffe ragionevoli per gli asili nido (in base al reddito ma anche al numero dei figli), sgravi fiscali, buoni libro per i bambi in età scolare, sconti sui servizi di scuolabus. Certo, mettere al mondo figli e crescerli costa molto di più di quello che riconosce il piccolo Comune friulano, ma almeno è il segnale di un?attenzione alle famiglie, un supporto psicologico e materiale: chi fa figli, a Remanzacco, non è un criminale. Da un paio di anni, da più parti d?Italia, arrivano timidi segnali di politiche familiari. Spesso dalla provincia, ma a volte anche da qualche grande città. Il tutto mentre la molte Regioni si stanno dotando di leggi sulla famiglia. In attesa dei parlamenti regionali, ecco un itinerario nell’Italia che (sulla famiglia) s?è desta. Da Remanzacco, basta spostarsi di pochi chilometri. In Valcellina, c?è Claut. Per i bimbi che nascono sulle Alpi friulane, c?è un regalino di due milioni dell?amministrazione comunale, che punta a scoraggiare l’esodo verso la città. Per beneficiare del bonus non si devono superare i 100 milioni di reddito annuo. A Latisana, sempre in Friuli, per il terzo genito non ci sono sostegni in danaro, ma scuole materne, servizi scolastici e scuolabus gratuiti. A completare il quadro c?è una legge regionale e interventi della provincia di Udine per aiuti alle famiglie di 34 Comuni alpini. A Bologna, l’amministrazione ha deciso di sostenere le maternità con aspettative ?lunghe?. I genitori che decidano di allungare i tempi di aspettativa post-parto, dalle 700 alle 900 mila lire mensili, per un massimo di nove mesi. Dopo l’aspettativa obbligatoria nei primi tre mesi di vita del bambino, le mamme possono decidere di aver cura direttamente dei figli fino al raggiungimento dell’anno di vita. La facilitazione riguarda nuclei familiari che non abbiano un reddito procapite superiore a 16 milioni, figli compresi: una famiglia di tre persone, per fare un esempio, può beneficiare del bonus comunale solo se non supera i 48 milioni di reddito. L’indennità sale a 900 mila lire, in presenza di nuclei monogenitoriali. Nella graduatoria, ha precedenza chi ha figli portatori di handicap. Tracce di politiche familiari anche ad Ancona. Da un anno e mezzo è in vigore un pacchetto-famiglia tra i più ricchi d?Italia. Il Comune offre l?asilo nido gratuito, alla terza cicogna, paga gli allacciamenti di gas e acqua alle giovani coppie, riduce Ici e tassa sui rifiuti per tutte quelle che abbiano in casa anziani e bambini. Misure prese a modello da parecchi Comuni umbro-marchigiani. Il sostegno alle famiglie con anziani non autosufficienti è una caratteristica della Toscana, che ha varato un fondo di alcuni miliardi, da distribuirsi ai Comuni. In pratica, le famiglie che terranno a casa gli anziani, riceveranno circa un milione. L?amministrazione, pagando rette a ricoveri e istituti, spenderebbe molto di più. A Santa Caterina dello Jonio, in provincia di Catanzaro, alle famiglie non danno niente. Il Comune non può permettersi politiche familiari troppo ricche. Da un po? di tempo, però, se nasce un bambino, dal Municipio parte un attacchino con secchio, pennello e colla: il lieto evento viene comunicato ai santacaterinesi con manifesti, rosa o azzurri, con tanto di foto del bebè. Non ci sono soldi, ma non si lesina speranza.


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