Migranti
Puglia, nasce la prima associazione di tutori per i minori stranieri non accompagnati
È nata a Bari l’associazione Tutori minori stranieri non accompagnati con l’obiettivo di garantire il benessere, la tutela e l’accoglienza del minore che viene loro affidato ed evitare l’isolamento sociale. L’organizzazione pugliese ha aderito all’associazione nazionale Tutori in Rete
«Umuntu ngumuntu ngabantu è un detto africano che può essere tradotto così: “Una persona è una persona attraverso le altre persone”. La tutela è una funzione che si nutre della condivisione e dell’interazione, ed è per questo che l’associazione offre questa opportunità a chiunque ne sia interessato. La partecipazione attiva di tutti è cruciale per garantire il successo delle nostre iniziative e il benessere dei minori che assistiamo». Vincenzo Tritto è il presidente della neonata associazione Tutori Msna Puglia, che ha mosso i suoi primi passi a Bari grazie all’impegno di un gruppo di tutrici e tutori volontari di minori stranieri non accompagnati. Il sodalizio nasce «dall’esigenza di dare una voce unitaria ai tutori della nostra regione: cittadini che, volontariamente, si dedicano all’affiancamento dei Msna provenienti da contesti difficili e che giungono in Italia senza un adulto di riferimento».
Secondo i dati aggiornati al 29 febbraio 2024 dalla direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione pubblica, in Puglia sono accolti 866 Msna, soprattutto maschi, in particolare minori tra i 16 (26,33%) ed i 17 anni (53,58%) ad essere presenti in tutti i territori pugliesi. Arrivano da Gambia, Egitto, Guinea, Tunisia, Costa d’Avorio, Eritrea, Ucraina, Mali e così via. «La situazione è soggetta a variazioni, con periodi in cui gli sbarchi sono molto frequenti e le strutture adeguate per i minori non hanno spazio sufficiente per ospitare tutti. Di conseguenza, alcuni di loro si trovano costretti a vivere in strutture non idonee alla loro età, condividendo gli spazi con adulti in contesti poco educativi e senza avere dei riferimenti adeguati. Tra queste strutture non idonee» evidenzia Tritto «troviamo il Cara di Bari, il Cara di Brindisi e talvolta anche l’Hotspot di Taranto. Quest’ultimo è concepito come luogo di transito, ma in periodi di alto afflusso ospita spesso i minori per periodi più lunghi. Al di fuori di queste strutture, i minori vengono distribuiti in comunità sul territorio, dislocate in modo abbastanza uniforme tra le diverse province pugliesi».
Dopo aver completato un corso di formazione organizzato dal Garante dei Diritti dell’Infanzia regionale, i tutori vengono iscritti in un albo presso il Tribunale dei Minorenni competente nella propria zona di residenza. Designati dai Giudici mediante decreto, rappresentano una figura esterna alla comunità in cui i minori vengono affidati. «Nello svolgimento del loro ruolo, spesso i tutori si trovano ad affrontare una serie di difficoltà e ostacoli che rallentano l’accesso dei ragazzi ai servizi e alle opportunità disponibili, a partire dagli adempimenti burocratici con le istituzioni di riferimento, come ad esempio Tribunali, Questure, scuole e ospedali» evidenzia Tritto. «Molti tutori, con grande impegno, si adoperano per risolvere queste problematiche e accelerare le pratiche necessarie per svolgere al meglio il proprio ruolo. Tuttavia, trovandosi spesso da soli ad affrontare una varietà di sfide, i singoli tutori non sempre riescono a ottenere i risultati desiderati».
Nello svolgimento del loro ruolo, spesso i tutori si trovano ad affrontare una serie di difficoltà e ostacoli che rallentano l’accesso dei ragazzi ai servizi e alle opportunità disponibili
Vincenzo Tritto, presidente Tutori Msna Puglia
Di qui, l’esigenza di fare di più: «L’associazione nasce proprio con l’obiettivo di fungere da punto di riferimento autorevole sia per i tutori stessi, facilitando lo scambio di soluzioni e buone prassi, sia per le istituzioni, agevolando i processi amministrativi che i tutori incontrano durante il loro servizio». Perché il compito del tutore dei Msna «è principalmente quello di garantire il benessere e la tutela del minore affidato. Ciò implica in primo luogo ascoltare attentamente il ragazzo cercando di rispettare i suoi tempi, comprendere se ha avuto la possibilità di stabilire contatti con adulti di riferimento nel Paese d’origine e verificare il suo stato di salute. Il tutore, inoltre, si assicura che le condizioni di alloggio del minore siano adeguate e soddisfacenti dal punto di vista igienico sanitario e supervisiona tutte le attività del minore durante il suo soggiorno nella comunità affidataria, solitamente composta da circa 15 minori anche se i numeri possono variare». Non solo. Perché «il tutore si impegna ad ascoltare e stimolare le aspettative future del ragazzo, offrendo consigli e supporto, come un genitore farebbe con il proprio figlio. La collaborazione tra il tutore e la comunità è fondamentale per garantire un adeguato orientamento al minore e prevenire situazioni di illegalità, che purtroppo possono verificarsi quando i minori vengono lasciati da soli» evidenzia il presidente. «Questa stretta collaborazione tra il tutore e la comunità contribuisce a fornire un ambiente sicuro e protetto per il minore, promuovendo il suo sviluppo sano e il suo benessere complessivo».
Ma come incide nella vita e nel percorso di accoglienza di un minore straniero non accompagnato la figura del tutore? «Il ruolo del tutore è fondamentale nel percorso di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Questi ragazzi affrontano un viaggio solitario attraverso deserti e mari, spesso incontrando violenze e pericoli lungo il cammino. Quando arrivano sulle nostre coste, sono naturalmente confusi e spaventati, trovandosi in un contesto completamente diverso da quello a cui sono abituati. Il tutore, quindi, diventa un punto di riferimento essenziale, offrendo non solo tempo e affetto, ma anche orientamento e supporto legale. Attraverso il suo impegno, il tutore può contribuire a dare una direzione positiva al percorso di questi ragazzi, aiutandoli a integrarsi nella società e a costruirsi un futuro».
Anche perché le difficoltà che i Msna incontrano nel loro percorso di inclusione in Italia sono molteplici e complesse. «In primo luogo, la barriera linguistica rappresenta un ostacolo significativo, rendendo la comunicazione difficoltosa e limitando l’accesso ai servizi e alle risorse disponibili. Successivamente, ci sono le differenze culturali che possono generare fraintendimenti e disagi nell’interazione quotidiana. I diversi approcci nel risolvere i problemi e i tempi di attesa possono causare frustrazione e confusione per questi ragazzi, abituati a una diversa organizzazione sociale nel loro paese d’origine. Inoltre, le complesse procedure burocratiche spesso risultano poco comprensibili per loro, aggiungendo ulteriori sfide nel cercare di ottenere documenti, permessi e accesso ai servizi. Infine» dice Tritto «c’è il tema dell’accettazione sociale, poiché l’incontro con loro può suscitare in alcuni italiani timori e pregiudizi. È importante riflettere sulle nostre reazioni di fronte a chi proviene da altri paesi, cercare di superare anche le nostre barriere culturali e linguistiche, per favorire un clima di accoglienza e inclusione».
Dobbiamo essere consapevoli che l’isolamento e l’esclusione possono spingerli verso vie non legali. È fondamentale coltivare un clima di accoglienza e comprensione, offrendo loro un ambiente in cui sentirsi accolti e supportati
Vincenzo Tritto, presidente Tutori Msna Puglia
Di conseguenza, Tritto rilancia una riflessione che coinvolge tutti: «Cosa possono percepire questi ragazzi quando si imbattono nei nostri sguardi di timore, paura, durezza, indifferenza e distanza? È un richiamo alla nostra responsabilità, poiché questi sentimenti possono influenzare profondamente il loro percorso. Dobbiamo essere consapevoli che l’isolamento e l’esclusione possono spingerli verso vie non legali. Pertanto, è fondamentale coltivare un clima di accoglienza e comprensione, offrendo loro un ambiente in cui sentirsi accolti e supportati». L’associazione, dunque, ha tra le sue finalità quella di sensibilizzare sempre più persone ad avvicinarsi a questo ruolo ed affiancare il cammino dei msna oggi accolti. Anche perché, «c’è una necessità diffusa in tutte le province, ma soprattutto nelle provincie più lontane dal capoluogo di regione, come Foggia e Lecce. Qui, il numero di minori ospitati supera di gran lunga la disponibilità di tutori residenti. In queste situazioni, i giudici si trovano di fronte a due opzioni» evidenzia Tritto. «Assegnare un numero elevato di minori ai pochi tutori residenti a Foggia o Lecce, con il rischio di ridurre l’attenzione individuale e la qualità del tempo da dedicare a ciascuno, oppure nominare tutori provenienti da altre province, come Bat o Bari o Brindisi, che però potrebbero avere difficoltà a garantire un supporto adeguato a causa della distanza geografica».
Da questa necessità rilevata, l’associazione ha già offerto al Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Puglia ed ai Tribunali per i minorenni la propria disponibilità nel contribuire alla formazione di nuovi tutori e garantire loro un affiancamento nell’esercizio della tutela, proponendo suggerimenti e soluzioni nate anche dal confronto con l’associazione nazionale Tutori in Rete a cui l’organizzazione pugliese ha aderito. Per chi volesse ulteriori informazioni, sull’associazione, è possibile scrivere una mail all’indirizzo: tutorimsnapuglia@gmail.com
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.