Volontariato

Contro la droga fai movimento

Combattere la tossicodipendenza? A volte basta qualche ora di ginnastica. Lo dicono i docenti Isef. Lo confermano il presidente del Coni e due sacerdoti molto speciali…

di Francesco Di Nepi

Potenziare l?attività sportiva creando, nello stesso tempo, una nuova cultura in chi la insegna nelle scuole. Per tentare di prevenire l?utilizzo di stupefacenti e di recuperare i giovani che ne fanno uso. Anche con l?aiuto di corsi di formazione. È stato questo l?obiettivo del convegno scientifico ?Sport contro droghe?, svoltosi a Roma il 13 dicembre alla presenza del presidente del Coni Mario Pescante e di esperti e operatori del settore, organizzato dal Collegio nazionale professori educazione fisica e sportiva. Un dibattito prevalentemente rivolto a tutti i diplomati in educazione fisica, nato a seguito di un incontro dei responsabili del Collegio con don Antonio Mazzi e don Mario Picchi. Summit da cui prendono forma due domande a cui rispondere in modo esauriente. La prima: il movimento, inteso come attività motoria (ginnastica) o sport (calcio, basket, pallavolo), è in grado di prevenire, a scuola, le tossicodipendenze? La seconda: l?attività fisica può aiutare, all?interno di una comunità di recupero, i tossicodipendenti a uscire dai loro problemi? I relatori del convegno hanno detto di sì. A patto, però, che si riesca a porre in evidenza il problema droga, cercando di diffonderne i contenuti il più possibile. «La nostra idea è quella di attivare dei corsi di formazione rivolti esclusivamente a diplomati Isef», spiega Giuseppe Cilia, direttore tecnico dell?Isef di Roma e promotore dell?incontro, «quindi destinati a individui in possesso di ottime conoscenze a livello di preparazione sportiva di base, ma con logiche lacune nel campo delle tossicodipendenze». Tentando anche di coinvolgere nell?insegnamento relatori illustri, come quelli che hanno presieduto al convegno. Gente con esperienza decennale in grado di preparare e aggiornare i diplomati per renderli pronti a inserirsi nelle comunità di recupero, ma non solo. Anche a livello scolastico avverrà infatti, attraverso l?organizzazione di questi ?stage?, un?aggiornamento per professori di educazione fisica. Che li renda in grado di prevenire, attraverso lo sport, la dipendenza dalle droghe. In che modo? «Cercando di offrire ai giovani un interesse e un obiettivo che valga la pena di essere perseguito e realizzato. Da raggiungere praticando attività che, comunque, avvicinano gli individui alla vita», risponde Daniele Masala, pluridecorato campione di pentathlon moderno, anche lui presente al convegno. Il progetto, per ora in fase ancora embrionale, ma che verrà attuato forse dal prossimo febbraio, prevede lo svolgimento di uno o due corsi teorico-pratici, di circa trenta ore ciascuno, a cui saranno ammessi gruppi formati al massimo da trenta persone. Che seguiranno le lezioni, se possibile, in luoghi vicini alle comunità di appartenenza, in stretta collaborazione, quindi, con coloro che vivono da anni all?interno delle stesse.


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