Famiglia

Infanzia, e il piano va

Dal governo in arrivo novecento miliardi per Comuni e Regioni che hanno carta bianca per preparare i progetti. Insieme alle associazioni del privato sociale

di Mariateresa Marino

Dopo quattro mesi dalla sua approvazione, la legge 285, meglio conosciuta come piano per l?infanzia, è decollata. Da Reggio Calabria che ha ospitato la conferenza nazionale sull?affidamento familiare, la ministra della Solidarietà sociale Livia Turco ha assicurato che 900 miliardi sono pronti per essere spesi. C?è anche il sì definitivo della Corte dei conti. I fondi serviranno per aiutare le famiglie in difficoltà e nello stesso tempo per potenziare i servizi rivolti alla prima infanzia e l?adolescenza non più in un?ottica di emergenza, ma di prevenzione. I 900 miliardi saranno spesi in tre anni; il 70 per cento andrà alle Regioni e il 30 per cento alle città o ai Comuni con particolari esigenze. Solo per il 1997 è previsto lo stanziamento di 117 miliardi. La Campania è, tra le Regioni italiane, quella che riceverà in base a particolari necessità, la quota maggiore, circa 74 miliardi in tre anni. Seguono la Sicilia con 64 miliardi, la Puglia con 47 e la Calabria con 35. Una buona percentuale, dunque, di fondi concentrata al Centro-sud del Paese. Stesso orientamento emerge nella ripartizione dei soldi destinati ai Comuni: Reggio Calabria, Palermo, Roma e Napoli hanno la precedenza sulle città del Centro-nord. Oltre che presentare progetti concreti di intervento, i Comuni dovranno avviare i cosiddetti patti territoriali, ossia un lavoro di sinergia costante tra i servizi pubblici e il privato sociale. Alle Regioni viene dato il tempo di quattro mesi per individuare in modo mirato gli ambiti di intervento. Il dicastero dà carta bianca agli enti locali, ma con la condizione di una verifica, da effettuarsi dopo due anni dal reperimento dei fondi. Se i soldi non verranno spesi con profitto, torneranno nel fondo nazionale, pronti per essere reinvestiti in altri settori di intervento. Una parte dei 900 miliardi serviranno in particolare a potenziare l?istituto dell?affido familiare, una buona e utile alternativa all?adozione, che serve a far uscire dagli istituti i 40 mila bambini che aspettano di avere una famiglia. «Occorre sensibilizzare ancora molto sull?affido familiare, anche se notevoli passi avanti sono stati fatti negli ultimi anni», afferma Paolo Onelli, responsabile del settore minori del dipartimento degli Affari sociali. «È evidente che, in materia di affido e adozioni, il servizio pubblico è in grande difficoltà», ribatte Marco Griffini dell?Ai.Bi., «c?è bisogno di voltare pagina. Su questo abbiamo trovato un governo disponibile a lavorare». Per Mario Nasone dell?Agape «è già molto importante che ci sia una legge che mette l?infanzia e l?adolescenza al centro di una progettualità sociale e culturale nuova. Resta da sconfiggere ancora la debolezza delle istituzioni e da incoraggiare il ruolo del volontariato organizzato». Proposta Adotta il tuo vicino di casa «Adotta la famiglia della porta accanto». L?iniziativa è del Coordinamento del Volontariato di Paderno Dugnano. La sua campagna ha un sapore dolce e antico, il suo slogan è una canzone in voga negli anni ?30 «Se potessi avere mille lire al mese…» e il suo obbiettivo quello di far scucire mille lire al mese alle sedicimila famiglie del comune brianzolo per mettere a disposizione sedici milioni di lire alle persone più disagiate, assicurando l?anonimato. Il garante della ?transazione economica? è l?assessorato dei servizi sociali del comune di Paderno e? l?intermediario?fra beneficiario e beneficiato è un volontario del Coordinamento che ha promosso questa brillante iniziativa, dove i gruppi del volontariato cittadino vanno incontro agli enti pubblici con un carico di? cash?per sbloccare la burocrazia e dare un aiuto in tempi brevi. Per informazioni potete rivolgervi a Franco Mizzi, tel:02/99045735


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