Caro direttore, riteniamo doverose alcune considerazioni sull?articolo del 28 novembre ?97 ?Affetto di mamma nei Villaggi Sos?. L?esperienza dei Villaggi Sos nasce nel dopoguerra dalla brillante idea di un medico austriaco di affrontare la difficoltà di numerosi bambini utilizzando una ?risorsa? quale le donne rimaste sole a seguito dell?evento bellico. Continuare a proporre la stessa modalità di intervento nella società di oggi, profondamente mutata quanto alle caratteristiche di disagio familiare, fatto salvo quello che di buono l?esperienza dei Villaggi Sos ha fino ad oggi prodotto, sia inaccettabile. Il rischio è riproporre situazioni istituzionalizzanti in cui i bambini, seppur seguiti attentamente da un punto di vista educativo, non sono restituiti a percorsi di vita ?normali?. È infatti la famiglia il punto di partenza e di arrivo di ogni intervento serio che si proponga di ritessere le fila di relazioni parentali problematiche. Anche laddove l?allontanamento sia inevitabile, il ?ricovero? del bambino presso strutture di accoglienza dovrebbe offrire un contesto di tipo famigliare, dove i riferimenti educativi ed affettivi siano tali da permettere al bambino lo spazio affettivo in cui ripensare la propria storia e rimetterne insieme i ?pezzi?. Soprattutto dovrebbe essere compito di queste strutture elaborare un progetto individualizzato sul minore, volto alla ricerca di soluzioni familiari adeguate, dove non sia possibile la rimozione delle cause che hanno determinato l?allontanamento dalla famiglia di origine. Purtroppo l?utilizzo del ricovero in istituti educativo-assistenziali è ancora massiccio, specie nel Sud, e Case di accoglienza, Comunità, Case famiglia sono una realtà piuttosto diffusa su tutto il territorio nazionale. Forse è venuto il momento che queste realtà comincino a pensarsi come ?parentesi? di vita per i loro piccoli ospiti, necessaria affinché tutti i soggetti coinvolti abbiano uno spazio e un tempo per elaborare una risposta corretta alla situazione di crisi famigliare che ha dato origine all?intervento. I bambini ?normali? nascono e crescono nelle famiglie, non nelle Case-famiglia, Comunità o nei Villaggi Sos. Non riteniamo che i problemi dei piccoli in formazione debbano essere appannaggio di super mamme che abbiano rinunciato ad avere una vita familiare propria, né ambito esclusivo di un mondo religioso tradizionalmente dedito all?assistenza dei più bisognosi. Al contrario pensiamo necessario rimettere in gioco la famiglia con tutte le sue risorse e potenzialità.
Carmela Vecchio
Ai.Bi. Roma
Vorremmo rispondere alle lettere arrivate alla vostra redazione dopo la Carta d?identità dedicata alla nostra associazione. Per meglio comprendere l?attività dei nostri villaggi vogliamo sottolineare che non decidiamo noi l?affidamento dei bambini, ma l?Ente Affidatario su decreto del Tribunale per i minori. L?Ente Responsabile (Comune o Usl) verifica l?andamento del progetto di vita del bambino e definisce, in base alla sua situazione famigliare, il suo futuro con l?avallo o superscrizione del T.M..
I bambini rimangono nella ?famiglia Sos? sinché il progetto proposto per loro dall?Ente responsabile lo prevede. Per esempio, dal villaggio di Morosolo dal 1993 a oggi sono usciti 39 bambini di cui 18 sono ritornati in famiglia, 12 sono stati affidati a famiglie affidatarie, 9 adottati.
In Italia non vi sono orfani nei Villaggi Sos, bensì bambini che il tribunale per i minori allontana dalla famiglia d?origine in via temporanea o permanente, in attesa di definire il loro futuro. Le ?mamme? dei Villaggi Sos sono ?educatrici esperte della relazione?.
La campagna di padronato è possibile solo nei Paesi stranieri mentre nei Villaggi italiani sono in programma raccolte di fondi per borse di studio e sviluppo delle attività del tempo libero dei bambini. Ricerchiamo invece volontari per doposcuola e attività di supporto ai gruppi famiglia dei villaggi di Morosolo e Saronno (Va), Ostuni (Br), Roma, Trento e Vicenza. Ricerchiamo anche volontari per lavori di ufficio, relazioni con la stampa, organizzazione di manifestazione e raccolta fondi.
Anna Maria Orlando
presidente sezione
lombarda dei Villaggi Sos
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