Welfare

Crimini di guerra: il tribunale dell’Aja indaga in Croazia

Su fosse comuni in cui sarebbero stati sepolti civili serbi

di Gabriella Meroni

Una o più fosse comuni con i resti dei civili serbi uccisi durante la riconquista della città di Knin da parte dell’esercito croato nell’agosto del 1995: per trovarle è al lavoro da martedì una squadra di investigatori del Tribunale penale internazionale dell’Aja. La notizia non è stata confermata ufficialmente, ma una televisione locale di Knin ha detto che gli inquirenti stanno scavando nel cimitero locale, dove si sospetta siano stati sepolti civili serbi assassinati dall’esercito croato. Durante la guerra serbo-croata (1991-1995) Knin fu il centro della ribellione serba all’indipendenza della Croazia. Nell’agosto del 1995 venne riconquistata dalle truppe di Zagabria con ‘l’operazione tempesta’. Dopo la caduta della città, 180.000 serbi abbandonarono le proprie abitazioni si rifugiarono in Serbia. Secondo il Comitato Helsinki per i diritti umani, durante l’offensiva 400 civili serbi, per lo più anziani e donne, furono uccisi; e 22.000 case vennero bruciate o fatte saltare. La stessa organizzazione sostiene che soltanto le salme di 256 persone vennero sepolte separatamente, mentre le altre si trovano in fosse comuni. Il Tribunale penale internazionale ha rifiutato di fornire dettagli su quella che ha definito un’indagine ancora in corso. L’inchiesta, condotta dal Tribunale dell’Aja con un gruppo di esperti forensi croati, mira a identificare i corpi dei morti e a determinare le cause del decesso. Il generale in pensione Ivan Cermak, comandante della zona di Knin durante l’operazione Tempesta, in un’intervista al giornale di Zagabria ‘Vecernji list’ ha dichiarato che “non ci sono fosse comuni a Knin”. “Abbiamo cercato di identificare tutti i morti, e li abbiamo sepolti in fosse separate, secondo le convenzioni internazionali. Non ci sono stati crimini di guerra o altre operazioni di pulizia etnica in quel luogo”, ha detto. Le operazioni dell’esercito croato, Tempesta e Fulmine, provocarono anche la fuga della maggior parte della popolazione serba, circa 240.000 persone, verso la Jugoslavia e la Bosnia. Di questi, secondo le stime ufficiali, solo 50.000 sono tornati in Croazia.


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