Formazione

Gandhi, lezione per il Duemila

di Riccardo Bonacina

Anticipando un po? il primo importante anniversario di questo 1998 appena nato, il cinquantesimo della morte di Gandhi , abbiamo provato a metterci sulle tracce del Mahatma. Sulle tracce del suo pensiero, in questa seconda metà di secolo troppo spesso svilito in formulette ideologizzate, spesso vuote e quindi inefficaci, e sulle tracce dei suoi eredi in Italia e nel mondo; per capire se la sua lezione e la sua testimonianza gli sono sopravvissuti, se hanno generato un pensiero e una morale ancora attuale e praticabile. I risultati della nostra inchiesta, del nostro lavoro di ricerca sugli scritti e sulle vite di tanti operatori di pace dei nostri giorni li troverete sfogliando queste pagine. Ma il nostro intento non era solo quello di offrire un utile lavoro giornalistico; scegliere Gandhi è stato il nostro modo di farci e di fare a tutti voi lettori di ?Vita? gli auguri per l?anno nuovo. Un augurio impegnativo, ma anche illuminante come molti tra gli scritti di Gandhi. Un augurio impegnativo, ma anche utile a guardare il futuro pieni di ragionevole speranza. In Italia e nel mondo sono infatti tanti, tantissimi gli operatori di pace, uomini e donne che offrono la loro vita nel tentativo di percorre le strade della riconciliazione e della giustizia nei nostri quartieri come nelle cinquanta zone calde del mondo. E le loro storie sono storie di sacrificio, ma anche di vittorie, testimonianze capaci di decidere il destino di intere nazioni. Nelle nostre pagine ricordiamo Danilo Dolci, scomparso proprio mentre mandiamo questo nostro primo numero del ?98 in tipografia, ma segnaliamo anche le storie di Elizardo Sanchez a Cuba, di Samuel Ruiz nel Chiapas, di Salina Ghezali in Algeria, di Aung San Suu Kyi in Birmania, di Carlos Belo a Timor est. Una ventina di nomi, di storie, di testimonianze a rappresentare le migliaia e migliaia di storie sconosciute e quotidiane anche di tanti nostri lettori. Lettori che vorremmo invitare a lottare anche nel nuovo anno contro quelli che Gandhi definiva come i sette peccati capitali ?sociali?. Li vogliamo ricordare uno per uno e offrirveli come augurio per un ?98 da vivere all?insegna di un impegno più consapevole nel tentativo di costruire una casa comune più giusta e più degna. Eccoli, scriveteli, appuntateli. 1 La politica senza principi; 2 La ricchezza senza lavoro 3 Il piacere senza coscienza 4 La conoscenza senza carattere 5 Il commercio senza moralità 6 La scienza senza umanità 7 La fede senza sacrificio Parola di Gandhi. Parole per noi e per il nostro tempo.


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