Maternità
Rispettare la scelta delle mamme. Sempre
Il caso di Azzurra Carnelos, la giovane madre che è morta pochi giorni fa per un tumore, riaccende domande sulla compatibilità tra cure anticancro e gravidanza. Ma non ci sono solo i casi come questo a interrogare le coscienze. Ne abbiamo parlato con Soemia Sibillo, direttrice del Centro di aiuto alla vita – Cav Mangiagalli di Milano
«Da quando ci sono io non abbiamo avuto casi così estremi legati a una malattia come il cancro, ma non mancano storie che ci interrogano», sono le prime parole di Soemia Sibillo, direttrice del Cav Mangiagalli di Milano, uno degli storici Centri di aiuto alla vita, cui abbiamo chiesto di aiutarci a comprendere come operano nel caso si presenti una donna con un problema come quello della giovane Azzurra Carnelos (ne abbiamo scritto qui), se ci sono dei protocolli che seguono.
«Non ci sono protocolli. Ogni caso, ogni donna ha una sua storia. Ci sono donne che vengono da noi anche al quinto mese chiedendo aiuto quando viene loro consigliato un aborto terapeutico per probabili malformazioni del figlio che hanno in grembo… ma anche madri che alla terza gravidanza ci dicono di voler lasciare il piccolo in ospedale per darlo in adozione perché non si possono permettere un terzo figlio, come è successo non tanto tempo fa. Noi rispettiamo sempre la scelta delle mamme», racconta Sibillo.
Aiutiamo le mamme a trovare le proprie risorse
Soemia Sibillo ci tiene poi a sottolineare un aspetto dell’attività dei Centri di aiuto alla Vita: «Noi aiutiamo le mamme a tirar fuori le proprie risorse. Sono loro quelle che scelgono. Spesso mi trovo davanti delle donne che sono state sminuite, le si è fatto intendere che non sono capaci, che sono state rese incerte su se stesse e il proprio futuro. Il nostro aiuto è far emergere quello che c’è già in loro».
«Certo la malattia e un cancro sono eventi limite, ma in questi anni ho visto come qualsiasi problema anche complesso se c’è una rete d’aiuto può essere affrontato meglio, ci sono le questioni mediche, quelle economiche e quelle relazionali a noi spetta ascoltare e aiutare, poi la scelta la fanno le mamme» conclude Sibillo.
In apertura photo by Michael Anfang on Unsplash
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.