Cultura

UE: Armi, riformiamo il codice di condotta

Si è concluso l'incontro organizzato da Saferworld, Amnesty International e Internatiuonal Alert per valutare i prossimi passi per un efficiente monitoraggio del commercio armi in Europa

di Riccardo Bagnato

Proprio quando UE e Italia sembrano essere d’accordo sul rivedere l’embargo per la vendita di armi alla Cina (cfr. “Armi: UE e Italia d’accordo nel togliere embargo a Cina“), in occasione del cambio di presidenza europea fra Italia e Irlanda, si è concluso il 13 dicembre scorso l’incontro a Dublino, fra società civile e rappresentanti governativi, sulla questione del controllo del commercio di armi (12-13 dicembre).
Insieme alla ong inglese Saferworld, Amnesty International e Internatiuonal Alert altre 35 organizzaioni da tutta Europa (fra cui Grip-Belgio, Transparency International, Oxfam, Pax Christi Olanda, Sipri, e diversi centri di ricerca), presente anche il Network italiano per il disarmo. Presenti i rappresentanti governativi di Irlanda, Gran Bretagna, Germania, Austria, Finlandia, Olanda, e Svezia come membri UE, insieme ai rappressntanti dei paesi in attesa di entrare a far parte dell’Unione europea: Estonia, Ungheria, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia.
Significativa infine la presenza della Federazione degli Scienziati Americani FAS (www.fas.org). Associazione da anni impegnata nel monitoraggio dell’industria armiera americana.

Di cosa si è parlato
Elaborazione e potenziamento degli strumenti legali a supporto del controllo e riduzione degli armamenti; rafforzamento del codice di condotta europeo; promozione del trattato internazionale sul commercio delle armi (ATT); elaborazione e proposta di una convenzione sulla tracciabilità degli armamenti; la legge sul brokeraggio; questi i principali argomenti della riunione avuta il secondo giorno fra le associazioni. Dove si è colta la disponibilità del governo britannico a riprendere in considerazione l’ipotesi di rivedere il codice di Condotta europeo di condotta, soprattutto in previsione dell’allargamento dell’Unione europea, a partire dal COARM, comitato in seno all’Unione, cui spetta il compito di armonizzare i comportamenti dei vari paesi in riferimento al commercio ed alla produzione di armi.

Ma non solo. Particolarmente apprezzato dai partecipanti della società civile l’impegno del Network italiano per il disarmo per quanto riguarda, nello specifico, la campagna “Banche armate” e la presenza del sindacato (Cisl) all’interno del Network stesso. Da cui un ultimo invito e conclusione: quella di proseguire in un monitoraggio europeo sulla produzione di armi, ormai impossibile, se non inutile, se fatto esclusivamente su un piano nazionale.

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