Mondo

Argentina: crisi o non crisi?

Da Rosario la crisi argentina non sembra esserci stata, anzi... La seconda città del Paese del tango è in pieno fermento edilizio

di Paolo Manzo

Rosario, 16/12/2003 Da Rosario la crisi argentina non sembra esserci stata. Anzi, la seconda città del Paese del tango è in pieno fermento edilizio. Il ponte Rosario-Victoria, lungo sessanta chilometri, collega la capitale della provincia di Santa Fé con quella di Entre Ríos. È stato inaugurato pochi mesi fa e fa impallidire quello sullo stretto nostro. Già, proprio l?opera ?magna? su cui ha puntato questo governo, è stata fatta (moltiplicata per lunghezza e abbreviata per tempi) da Binner, ottimo sindaco uscente di Rosario. Ma, oltre al ponte enorme che attraversa il fiume Paranà (che è largo, appunto, sessanta chilometri…), in questa città di oltre due milioni di abitanti stanno crescendo come funghi grattacieli, centri culturali e sportivi. Opere di cui beneficiano i cittadini e i disoccupati che ? proprio nel settore dell?edilizia ? possono trovare un?occupazione. Certo, non sono tutte rose e fiori, però questa volta l?Argentina è riuscita a svalutare il peso (del 350% nei confronti dell?euro rispetto a fine 2001), senza che i prezzi aumentassero. La conseguenza logica della tremenda crisi di due anni fa, che ha scosso l?economia e la socialità del Paese, è stata quindi uno stimolo vorticoso alle esportazioni e agli investimenti esteri diretti (e non a caso parecchi di quei grattacieli rosarini li sta costruendo Soros…). I poveri sono ancora tanti, troppi per un Argentina che sino a ieri si considerava Paese europeo nel bel mezzo del sudamerica, ma stanno diminuendo. Progressivamente. Mentre la speranza è ritornata, anche se qui ? nella patria degli psicanalisti come definiva Borges l?Argentina ? quello che oggi sembra bianco… domani sarà nero. Di sicuro.


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