Politica

Fiocco rosa a San Giuliano. Benvenuta, Elena

Luigi Occhionero morì nel crollo della scuola Jovine. Ora i suoi genitori hanno avuto un’altra figlia, che porta il nome della patrona del paese (di Pietro Eremita).

di Redazione

È stato il primo vagito di Elena a spezzare, mercoledì 3 dicembre, gli attimi rarefatti di silenzio e di commozione all?interno della sala parto dell?ospedale ?San Pio da Pietrelcina? di Vasto. Il primo inequivocabile segnale capace di dare la certezza ai suoi genitori che la vita, nonostante tutto, può e deve continuare. Michele Occhionero e Giulia La Fratta avevano perso il loro bambino di otto anni, Luigi, nel tragico crollo della scuola Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia. L?edificio era crollato a seguito delle scosse telluriche del 31 ottobre 2002, schiacciando e soffocando nella polvere aspra dei suoi detriti altri 26 scolari e una delle loro maestre. Un destino crudele e beffardo che era rimasto lì a ghignare, sinistro, sui ruderi che la Procura della Repubblica di Larino sta catalogando per completare una lunga e difficile perizia: la valutazione ultima che dovrà portare all?accertamento di eventuali responsabilità nel crollo. Un momento di vera felicità La nascita di Elena è stato un evento denso di significato umano che non ha mancato di suscitare simpatia e allegria all?interno di tutta la divisione ostetrica all?interno della quale mamma Giulia e papà Michele hanno ricevuto ogni tipo di attenzione. Dall?omaggio floreale del sindaco di Vasto, Filippo Pietrocola alla vista del presidente del Consiglio regionale d?Abruzzo, Giuseppe Tagliente. Dalla telefonata augurale del governatore del Molise, Michele Iorio alle tante, tantissime attestazioni di gioia venute dalla gente comune. Un momento di vera felicità, insomma, dopo un anno di dolore e di profonda tristezza. “Questa nascita”, dice in lacrime Giulia La Fratta, “è una sorta di messaggio che voglio lanciare a tutti i genitori che hanno patito la nostra stessa terribile sorte. Il mondo è pieno di difficoltà, di dolori, di disgrazie. È necessario lottare ogni giorno, perché rinascere è possibile ed Elena ne è la prova”. Elena, che porta il nome della santa patrona del piccolo paese in provincia di Campobasso divenuto simbolo del terremoto in Molise, è la prima nata da coppie che hanno perso i loro figli nella sciagura della Jovine. È una bimbetta tranquilla, pesa 3 chili e 530 grammi ed è lunga 51 centimetri. Papà Michele è commosso, incredulo e dice parole delicate e amorevoli. “Quando Elena è venuta al mondo”, racconta, “ho stretto forte la mano di mia moglie, e siamo scoppiati a piangere tutti nella sala parto. Poi un silenzio lunghissimo, interminabile. Ho pensato a Luigi, il nostro bambino di otto anni, morto: mi sono ricordato di quando è nato lui. Guardavo gli occhi di Giulia e percepivo come stesse pensando alle stesse cose. È stata Elena con i suoi primi vagiti a convincerci che era lì e che voleva entrare prepotentemente nella nostra vita. Abbiamo pianto tanto e tanto ancora, in quel contrasto di sensazioni che venivano da un vecchio e inconsolabile dolore, ma anche da quella nuova e indescrivibile gioia”. “Da oggi tutto è più possibile” In totale afasia e intensamente coinvolta anche l?équipe medica guidata dal primario, Salvatore Garzarelli, che ha assistito alla nascita di Elena con il suo aiuto, Michele Carmenini. “Ho aiutato a venire alla luce migliaia di bambini”, dice Garzarelli, “ma un?emozione così forte non l?avevo mai provata. Lo stato d?animo di Michele e Giulia Occhionero era totalmente diverso dalla consuetudine. L?evento e la responsabilità per questa creatura che si stava affacciando alla vita erano particolarissimi. Due erano i pensieri che ci dominavano: il rammarico per quel terribile lutto e l?esplosione di gioia per la nuova nascita. Dopo i primi attimi di tensione vissuti con Carmenini, è accaduto qualcosa: la percezione di una presenza amica, forse un angelo; forse Luigi che era lì con noi a guidarci, a sostenerci. Tutto è andato benissimo e sono certo che questa bambina non sarà mai sola nel corso della sua esistenza”. I coniugi Occhionero e la piccola Elena sono stati attorniati da un affetto e una partecipazione indescrivibile. “Anche durante le fasi della gestazione”, racconta mamma Giulia, “sono stata seguita con un?attenzione mai ricevuta prima. Le dottoresse Giorgi e Miscia non mi hanno perso di vista un attimo. Il dottor Biondelli controllava sistematicamente il battito di Elena e mi sottoponeva spessissimo all?ecografia”. Una felicità, ma soprattutto una speranza ritrovata, per la giovane coppia di San Giuliano di Puglia che dopo i difficili giorni del terremoto, dallo scorso giugno, erano andati a vivere a San Salvo, un centro balneare poco distante da Vasto, dove i genitori di lui posseggono un appartamento. “Non abbiamo ancora deciso se tornare a San Giuliano”, dice Michele Occhionero, “quei luoghi, quei ricordi non facilitano il nostro percorso nel recupero della normalità. Vedremo in futuro. Con l?aiuto di Elena, e soprattutto di Luigi, da oggi tutto sembra più possibile”.

Pietro Eremita


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