Mondo

Ong, il governo ha vergogna di se stesso

La riduzione prevista dalla Finanziaria "è in contraddizione con gli impegni governativi". Lo ammette Giuseppe Deodato, direttore generale agli esteri.

di Paolo Manzo

“All?assemblea di Roma presentiamo un documento politico che rappresenta le riflessioni, gli obiettivi ma, soprattutto, le richieste al governo italiano e all?Unione europea che abbiamo elaborato”. Sergio Marelli, presidente dell?Associazione ong italiane, mentre è in corso l?assemblea elettiva del 12 e 13 dicembre, non si fa pregare per svelare quale sarà la richiesta politica più importante. “Far inserire nel testo della Costituzione europea la cooperazione internazionale come lo strumento principe per costruire pace, sicurezza e stabilità. Cosa che, nel testo attuale presentato dal governo italiano, non si evince”. Ma i problemi della cooperazione non sono solo politici, ma anche numerici. Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, l?ha ripetuto più volte : per raggiungere gli obiettivi del Millennio, ossia dimezzare la fame nel mondo entro il 2030, bisogna raddoppiare gli aiuti stanziati attualmente dagli Stati ricchi per i Paesi in via di sviluppo (Pvs). E sulla stessa linea sono pure la Banca mondiale e il tanto criticato Fondo monetario internazionale che, rispetto alla politica del nostro governo sul tema, potrebbe quasi passare per un?istituzione ?new global?. Già, perché gli impegni di Monterrey di arrivare a stanziare per la cooperazione lo 0,39% del Pil entro il 2006, si stanno dissolvendo come neve al sole. Il motivo? La Finanziaria 2004, che prevede un taglio ulteriore per la cooperazione del 15 per cento, rispetto al già misero 0,19 per cento del 2003. Al punto che l?Italia, oggi, è l?ultimo Paese dell?Unione europea per finanziamento alla cooperazione internazionale. Un primato davvero poco edificante. Deodato si adegua ma… Giuseppe Deodato, direttore generale per la cooperazione allo sviluppo presso il ministero degli Esteri (Mae), è sin troppo chiaro al proposito, nonostante faccia parte di un partito di governo (An): “La riduzione è reale e, ovviamente, tocca la nostra struttura operativa. Mi rendo conto che la decisione deve essere inquadrata in un contesto di risparmio, tagli e obiettivi da raggiungere in ogni caso. Obiettivi che, evidentemente, da parte del governo sono ritenuti prioritari? Ma devo rilevare pure che la riduzione è in contraddizione con quanto speravamo tutti. E con gli impegni presi a livello governativo, a più riprese e in consessi internazionali”. E se nella risposta di Deodato ogni riferimento a Monterrey sembra puramente voluto, resta però difficile spiegare con l?ottica del risparmio lo stanziamento di 1,2 miliardi di euro per un nuovo fondo per le missioni umanitarie. Un fondo che, nonostante la parola umanitario, non ha nulla a che vedere con la cooperazione internazionale, bensì con le missioni all?estero delle nostre truppe. Vero ministro? “Certo, quel fondo non compete a noi del Mae, e ci dà da pensare? perché ci crea problemi per gli impegni che credevamo potessero essere presi. Detto ciò, insisto: il governo ha stabilito delle priorità cui dovremo necessariamente attenerci”. E se non è convinto Deodato, figurarsi Marelli, che parte lancia in resta con un altro problema che attanaglia le ong del nostro Paese: il busillis fideiussioni. In cosa consiste? È lo stesso Marelli a spiegarcelo: “Le ong chiudono un progetto di cooperazione, lo rendicontano correttamente e, a causa delle inadempienze burocratiche della Farnesina che non esamina i rendiconti, sono obbligate a pagare per anni e anni premi bancario-assicurativi. Per tenere accese fideiussioni su opere già fatte”. Incredibile se si guarda ad altri settori (si pensi al calcio) dove le fideiussioni sono sin troppo fluide ed estemporanee. Emendamento antiburocrazia? Tornando alla cooperazione, sul tema si stanno muovendo in molti e, fa sapere Marelli, “alla Commissione bilancio della Camera è passato recentemente un emendamento, presentato da noi e già approvato dal Senato, che impegna il ministro Franco Frattini a emanare un decreto per la semplificazione delle regole amministrative dei progetti delle ong. Entro 90 giorni dall?approvazione della Finanziaria. Di questo l?Associazione ong italiane è molto soddisfatta. Speriamo che alla Camera non succeda nulla…”. E, a proposito di conti, non tornano quelli di molte ong che, a oltre un mese dalla denuncia di Vita, continuano ad avere crediti nei confronti del Mae per 30 milioni di euro. Al punto che si è arrivati al paradosso, secondo Marelli, per cui “il governo stanzia i soldi per l?internazionalizzazione delle imprese, mentre le ong anticipano denaro al nostro esecutivo, pur di continuare i progetti approvati dalla Farnesina”.

Info: Tutto in una mostra

La rinascita delle favelas del Brasile è un caso di valore mondiale, ma anche una mostra che, fino al 22 dicembre, è aperta nel cuore di Milano (piazza Mercanti). Filmati, studi, testimonianze e fotografie raccontano il progetto della ong Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale) tra Belo Horizonte e Salvador de Bahia. La mostra, promossa dal Centro culturale di Milano, permette di conoscere una realtà di 200mila persone finora beneficiate con 250 volontari Avsi. C?è il micro credito, centri giovanili e per l?infanzia. Favelas che diventano luoghi di una comunità e non solo di protesta.

Info: Centro Culturale di Milano


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